Il ritorno sprint di Alberto, che annusa un coltello e fa perdere tempo a Lorenzo (foto masterchef.sky.it)

Bene le esumazioni di vecchie glorie, ma Erica in finale a MasterChef è un insulto alla decenza pubblica

Mahatma
Esumati vecchi concorrenti, Rachida compresa, nella semifinale della quinta edizione di MasterChef. Esterna a Roma, da Heinz Beck, con Lorenzo che svetta. Alida si consola con i suoi fiori di zucca e si prepara alla finale. Erica ancora dentro: boh.

Erica in finale, cioè tra i primi tre, è un insulto a tutto ciò che possa essere insultato. E’ come l’Inter del 2006: vince lo scudetto arrivando quarta, scriveva in modo sublime qualcuno su Twitter ieri sera. Collezionista di grembiuli neri, matrona dei Pressure e dei Duelli finali per manifesta incapacità, le va sempre bene. Presenta spiedini di polmone (ripeto, di polmone) e si salva. Deve preparare gli arancini di riso? Si dimentica il riso in dispensa e si salva. Stavolta il suo compito era quello di approntare un piatto cinese. E lei che fa? Cucina il riso basmati (che è indiano) mischiandolo a della vaniglia “per esaltare il contrasto con il dolce”. Che poi è come quelli che fanno i fighi pensando che sia di moda grigliare un controfiletto di montone glassato con la Nutella. Risultato? Cracco ridacchia, le fa notare l’abominio offerto e i giudici la mandano alla solita sfida finale, dove arriva fresca e riposata e si salva. E se la ride e se la tira. Viene quasi da dar ragione a Gualtiero Marchesi, che tra una pausa e l’altra del suo programma tv con cuochi spadellatori se la prende con i programmi tv con cuochi spadellatori. Marchesi, che anziché guardare MasterChef “preferisce parlare di Seneca”, dice che “la gente intelligente e colta non guarda quelle cose”. Deve essersi dimenticato della puntata (anno 2011) in cui fu proprio lui il grande ospite di MasterChef, con i cuochi dilettanti spediti a spadellare nelle sue regali cucine. Si vede che Seneca, quella volta, era rimasto sul comodino.

 

La semifinale di ieri si è aperta con l’esumazione di vecchi concorrenti, tutti visibilmente invecchiati e incredibilmente calmi. Rachida pareva sedata, benché in un paio di occasioni abbia quasi tentato di iniziare una guerra intra-araba con il libanese Maradona, facendo polemica sterile sul fatto che “anche in Marocco si parla arabo”, e non “un dialetto particolare” come il concorrente odiato da Alida aveva appena detto ai giudici, quasi vomitando all’idea di fare il cous-cous proposto Rachida, ancora fiera del suo prosciutto e melone presentato in un Pressure. Steso un velo pietoso su Paolo il catechista, che è rimasto lì a fare il verso della tigre, e su Ivan il poeta che si è fatto tatuare la “Fibonacci sequence” sul braccio, siamo stati contenti di aver rivisto Alberto, quello delle paperine. Capello lungo à la Sepp Blatter, prodigo di consigli su come conquistare le donne – “con loro è come far da mangiare” – ha aiutato (per modo di dire) Lorenzo, il quale non aveva capito cosa l'anziano viveur facesse con le papere. Era convinto, il giovane macellaio veneto, che Alberto le paperine le disossasse.

 

[**Video_box_2**]Per il resto, solito meraviglioso alone snobistico, con i giudici che si scandalizzano perché Alida non conosce la cucina peruviana, come se fosse naturale sapere cosa si mangi in Perù. La torinese è tre spanne sopra gli altri rimasti. Per carità, è “molto stlonza”, come ha ammesso facendo cucinare alla finta amica Erica – la tiene lì solo perché fa comodo avere una scarsa come dirimpettaia – il maiale à la cinese, ma è la più brava. Bisogna ammetterlo. Tra l'altro, ha anche smesso di fare zuppe e brodaglie, come ha notato puntualmente Barbieri, quasi per giustificare l'elevazione alla santità della cocca di Bastianich. Le è andata male con Heinz Beck, che non ha apprezzato i suoi fiori di zucca fritti aperti con caviale su letto di crostaceo, ma è già tempo di pensare al gran finale. Dove lei, a meno di scandali impensabili, dovrebbe vincere a mani basse. Erica permettendo.

 

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  • E' nato al nord (non serve dire dove né quando, anche perché sono informazioni buone per necrologi e che poco interessano il lettore più o meno interessato). Si considera maturo quanto a età, meno a dotazione intellettuale. Non se ne cruccia, sapendo che la capacità d'elaborazione mentale in codesto mondo non deve essere per forza alta (d'altronde Hegel e Kafka non sono più bestseller da qualche decennio). Segue lo sport in generale a eccezione delle bocce, del sumo e del golf, che considera una delle più grandi sciagure capitate all'umanità, quasi quanto lo sport trasmesso sulle reti Rai. (ne parla sovente su questo giornale) Appassionato di cucina televisiva, ama le pentole che si vedono a MasterChef (delle cui puntate cura periodicamente le recensioni sempre su questo giornale) e soprattutto la relativa dispensa. Ricorda con rimpianto la tv del cane di Paolo Limiti, Floradora.