Bill Murray

Le buone intenzioni di Netflix per il 2016 passano da Bill Murray

Mariarosa Mancuso
Netflix non ci ha cambiato la vita. Non ancora. Magari c’è speranza per il futuro, che rechi con sé un catalogo più ricco e – se possiamo permetterci, visto che siamo a Natale e qualche letterina va pure scritta – posizionato un pochino più in alto.

Netflix non ci ha cambiato la vita. Non ancora. Magari c’è speranza per il futuro, che rechi con sé un catalogo più ricco e – se possiamo permetterci, visto che siamo a Natale e qualche letterina va pure scritta – posizionato un pochino più in alto. Ci sono problemi di diritti, certe serie come “House of Cards” erano già state cedute per lo sfruttamento (in questa periferia dell’impero dove bisogna anche combattere con la larghezza della banda) e questo lo sappiamo. Ma la sola concorrenza sul prezzo e sulla praticità taglia fuori un bel po’ di pubblico in cerca di “cose nuove e strane” (così lo scrittore Michel Faber chiama la Bibbia, come appare agli alieni di un lontano pianeta da colonizzare). Glusto il pubblico che dopo mesi di attesa, convinto di aver finalmente svoltato le serate, è rimasto maluccio.

 

Netflix promette di far meglio l’anno prossimo. Potrebbe essere Bill Murray a tracciare il solco, con il solo speciale natalizio 2015 che non procuri irritazione. Bello quando potevamo spernacchiare le renne e i berretti rossi bordati di pelliccia: ora che l’albero e il presepe sono baluardi dell’amata civiltà occidentale bisogna farseli piacere. Si intitola “A Very Murray Christmas”, e lo si trova appunto su Netflix. Per accompagnamento, la copertina di Vanity Fair uscito a dicembre: una delle foto mostra Bill Murray che ha appena scartato una borsa per il ghiaccio, stampata a pinguini con in berretto rosso e bianco.

 

L’articolo, non troppo generoso, racconta un attore che dopo il poco riuscito “Rock The Kasbah” (lo ha diretto Barry Lewinson, neanche l’ultimo arrivato, ma i Clash e l’Afghanistan e la rockettara improvvista sono troppo anche per lui) dichiara la sua volontà di tornare a far ridere, oltre al suo impegno umanitario. Nulla di questo sembra sfiorare Sofia Coppola, che insieme al fratello Roman ha diretto lo speciale natalizio. Mettendo in testa all’attore le corna da renna, e facendogli cantare tutte le canzoncine del caso. Con un fil di voce, un fondo di tristezza, una valanga di autoironia. Si immagina che stia aspettando gli ospiti per uno speciale natalizio all’hotel Carlyle, e che gli ospiti siano ostacolati da una tempesta di neve. Non è una scusa, nevica davvero, ma gli attori sono fragili, e in questi casi, sotto sotto, pensano di non piacere più a nessuno.

 

[**Video_box_2**]In albergo era in programma anche un ricevimento di nozze, l’elettricità è saltata per la tempesta. Lo sposo Jason Schwartzmann (anche lui del clan Coppola) ne approfitta per ripensarci su. Il cuoco francese dà in escandescenze: “La mia forta sta morendo!”. Bill Murray gli corregge il verbo (e la spocchia): “No guardi, veramente si sta solo sciogliendo”. L’orchestra diretta da Paul Shaffer (direttamente dall’ormai concluso David Letterman Show) dà il suo contributo. Sulla slitta, quasi fuori tempo massimo, arrivano George Clooney con Miley Cyrus.

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