Amy Schumer

Contro il pol. corr. pure nelle sale cinematografiche

Mariarosa Mancuso
Tre anni fa, si era di luglio, un ventenne impazzito uccise dodici persone che stavano guardando in anteprima una pellicola con Batman (una sessantina i feriti). Luogo del massacro: Aurora, Colorado. Titolo del film, diretto da Christopher Nolan: “Il cavaliere oscuro – Il ritorno”.

Tre anni fa, si era di luglio, un ventenne impazzito uccise dodici persone che stavano guardando in anteprima una pellicola con Batman (una sessantina i feriti). Luogo del massacro: Aurora, Colorado. Titolo del film, diretto da Christopher Nolan: “Il cavaliere oscuro – Il ritorno”. La storia era piuttosto violenta, il cattivo Bane arringava la folla di Gotham City con discorsi anticapitalisti. Lo sparatore era mascherato da Joker, nemico mortale dell’uomo pipistrello. La colpa fu data al cinema d’oggi, che corrompe le fragili coscienze giovanili (più o meno la stessa che veniva rivolta nell’Ottocento ai romanzi che mettevano strane idee nella testa delle ragazze).

 

Giovedì scorso, altra sparatoria in un cinema di Lafayette, Louisiana. Due le vittime, folle armato aveva 58 anni, sullo schermo si proiettava una commedia. Stavolta sarà difficile dare al colpa al cattivo cinema che travia i giovani innocenti. A meno di non cogliere al volo l’occasione per dare di nuovo addosso a Amy Schumer, protagonista e sceneggiatrice di “Trainwreck”, diretto da Judd Apatow (uscirà in Italia il 17 settembre, con il titolo “Un disastro di ragazza”).

 

Era questo il film in programma nel cinema di Lafayette, e di nemici ne ha già parecchi, come sempre capita quando una ragazza decide di far ridere. Aggravanti: è bella, bionda, spesso e volentieri parla di sesso. Il suo: di ragazza bianca, insicura, facile alle sbronze, piuttosto generosa delle proprie grazie. Si intende, nella finzione comica che funziona come la finzione letteraria: il narratore che dice “io” non va confuso con lo scrittore (e del resto non faremmo mai un torto simile a un comico maschio che scherzasse sul proprio pisello). Scrive GQ: “Se pensate alle dieci migliori battute sconce ascoltate quest’anno negli Stati Uniti, undici le ha pronunciate Amy Schumer”. A illustrare l’articolo, l’attrice e cabarettista che si pulisce la bocca con il sapone.

 

Altre fotografie, sempre su GQ che dedica a Amy Schumer la copertina dell’ultimo numero, hanno dato scandalo prima della sparatoria. Mostrano la ragazza in atteggiamenti compromettenti con i personaggi di “Star Wars”. Succhia un dito al robot C-3PO (della coppia che imita Stanlio e Ollio è quello alto e magro). Fuma una sigaretta a letto con il robot suddetto e anche con l’altro, il bassottino. Fa (prevedibili) cosacce con la spada laser dei cavalieri Jedy. Il Guardian la attacca, ed è la seconda volta in quindici giorni, per leso femminismo. Non ci si fa riprendere in quelle pose, suvvia. Che delusione, che vergogna, che voltafaccia. Ma non era una cabarettista amica delle donne?

 

[**Video_box_2**]Veramente no. Amy Schumer era – e continua a essere – una cabarettista nemica dei cretini, il che non è esattamente la stessa cosa. Ovunque si trovino: dopo l’urlo di dolore della femminista, è arrivata l’arrabbiatura della Disney, ora proprietaria della saga in origine targata Lucasfilm. Con un tweet ha lamentato – e faceva sul serio – “l’uso improprio dei personaggi”.

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