Parigi elimina i capezzoli di Delacroix dalle scuole del medio oriente

Giulio Meotti
In Francia pruderie islamofila dei moralisti del gender.

E’ il quadro che risuonò come una fanfara vittoriosa nel mondo, ispirando “Les Misérables” di Victor Hugo, la Statua della libertà di New York e la Guerra civile spagnola. E’ il dipinto di Delacroix La libertà che guida il popolo, il simbolo della Rivoluzione francese, che spinse Baudelaire a proclamare: “Nessuno dopo Shakespeare è riuscito come lui a fondere in una realtà misteriosa il dramma e il sogno”. E’ l’immagine della donna col seno al vento che guida l’umanità verso un futuro migliore impugnando bandiera e fucile. Un quadro presente in tutti i libri di testo francesi come allegoria della Repubblica. Ma non nei libri di testo francesi, approvati dal ministero dell’Istruzione di Parigi e sovvenzionati da quello degli Esteri, usati nelle scuole in medio oriente. La modestia islamica non può sopportare quel petto femminile nudo col berretto frigio, che non aveva subìto censure neppure nel 1830. Al liceo francese di Kuwait City il quadro vede i seni della donna censurati con un adesivo rosso. Un divieto, racconta il Monde, che si applica  nei programmi dalla scuola primaria a quella secondaria a tutti i grafici, immagini e illustrazioni che hanno nudità o attività sessuali. I licei francesi del mondo arabo rimuovono anche l’illustrazione delle complessità biologiche della “fecondazione interna ed esterna” negli animali.

 

“Tutte le scuole francesi all’estero sono soggette alla legge del paese in cui sono stabilite, a differenza di ambasciate o consolati”, si trincera dietro il formalismo l’entourage del ministro della Pubblica istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, che nel deserto arabico ostenta affettata intransigenza morale mentre a Parigi agli studenti impone di leggere “Papà porta la gonna” e “Tutti nudi”. Di ardua applicazione qui anche la Carta della laicità, voluta dal presidente François Hollande. La Marianne, il simbolo femminile della Repubblica, può dunque velarsi in medio oriente. Un altro dipinto rivoluzionario allegorico, La Vérité amène la République et l’Abondance di Nicolas de Courteille, è stato censurato a dovere in quegli stessi licei. I disegni di anatomia maschile non sono stati deturpati, però. In barba all’articolo due della normativa francese secondo cui questi istituti scolastici francesi in medio oriente devono offrire un insegnamento “simile a quello offerto in Francia in una scuola statale”. Peter Gumbel, docente al prestigioso Institut d’études politiques de Paris, parla di “grottesca ironia dopo Charlie Hebdo”.

 

[**Video_box_2**]Affronterà problemi simili il Louvre, la cui apertura di una sede museale nella capitale degli Emirati Arabi Uniti, Abu Dhabi, è prevista nel mese di dicembre. Niente seni cubisti di Picasso? E come la mettiamo con Gauguin e Van Gogh? Ah, la sezione dedicata ai “chrétiens d’Orient” è stata già eliminata.

Di più su questi argomenti:
  • Giulio Meotti
  • Giulio Meotti è giornalista de «Il Foglio» dal 2003. È autore di numerosi libri, fra cui Non smetteremo di danzare. Le storie mai raccontate dei martiri di Israele (Premio Capalbio); Hanno ucciso Charlie Hebdo; La fine dell’Europa (Premio Capri); Israele. L’ultimo Stato europeo; Il suicidio della cultura occidentale; La tomba di Dio; Notre Dame brucia; L’Ultimo Papa d’Occidente? e L’Europa senza ebrei.