David Letterman (foto LaPresse)

L'addio al Late Show e il perché Fazio non sarà mai David Letterman

Manuel Peruzzo
Il presentatore per gli americani è uno di famiglia. Nel senso che quando torni a casa, accendi il televisore e per 33 anni trovi il solito uomo dietro alla scrivania, ti metti comodo ad ascoltarlo chiacchierare con tutto lo star system più invidiabile e invitabile d’America, finisci per considerarlo parte della tua vita.
David Letterman per gli americani è uno di famiglia. Nel senso che quando torni a casa, accendi il televisore e per 33 anni trovi il solito uomo dietro alla scrivania, ti metti comodo ad ascoltarlo chiacchierare con tutto lo star system più invidiabile e invitabile d’America, finisci per considerarlo parte della tua vita. Alcuni dettagli sono diventati segni iconici: gli occhiali che danno una fisionomia alla spalla comica e musicista Paul Shaffer, i calzini bianchi di Dave (quelli non si vedono ma tu sai che ci sono, sempre). O le migliaia di cartelle e matite lanciate dopo una battuta, sottolineate da un colpo di batteria e dall’esplosione del pubblico. Il vezzo di chi è a proprio agio nel condurre oltre seimila puntate.

 

Lo hanno già scritto tutti, condensare in novanta minuti 33 anni di carriera è un’operazione ingenerosa. La CBS ci ha provato ieri sera con la retrospettiva condotta da Ray Romano “David Letterman - A life on TV”, ovvero l’equivalente di uno speciale di Blob in cui venivano assemblate gag e momenti memorabili che hanno fatto la storia della seconda serata televisiva americana.

 

Tra le tante cose nell'omaggio c’è quella volta in cui Bill Murray gli ha vandalizzato la scrivania con uno spray (a volto scoperto e senza rivendicare la contestazione al sistema, era il 1993), o delle volte in cui David Letterman ha flirtato con Julia Roberts, Sharon Stone, James Franco e Will Smith, e ha baciato un po’ tutti ma solo Drew Barrymore gli ha mostrato il seno. Forse quella volta la Barrymore è riuscita persino a metterlo in imbarazzo giocando d'anticipo, il che non è affatto semplice se pensiamo che l’altra che c’è riuscita è Joan Rivers, quando ha finto di spargere le ceneri del marito sulla scrivania.

 

Abbiamo capito che per fare gli stupidi senza esserlo bisogna essere molto bravi. Per esempio quando abbiamo visto far recitare i copioni di Oprah dai due macchinisti Pat e Keny; lanciare frutta, vernice, o elettrodomestici dal tetto dell’Ed Sullivan Theater lasciandoli sfracellare sulla 53esima strada; usare la propria madre per gag senza passar per familisti; attraversare la città a cavallo o sgommare nei parcheggi newyorkesi, e mostrare la serie infinita di abilità superflue del pubblico, dal suonare il pianoforte col naso allo strabuzzare oltremodo gli occhi, che hanno poi ispirato i giochi demenziali di Jimmy Fallon; e ancora gli scherzi agli ospiti, come quando Dustin Hoffman ha limonato uno degli One Direction, né io ne voi siamo abbastanza giovani da sapere quale, o quando un concorrente di Survivor è apparso nudo a sorpresa a Anne Heche che starnazzante ha finto imbarazzo e urlato: “Sono una donna sposata” (tante scene le abbiamo viste fare solo a Gabriel Garko quando Fabio Volo gli si presentò senza mutande), il pubblico in visibilio. Oggi queste cose le fa Ellen Degeneres. È l’eredità di Letterman, la libertà di prendersi in giro. Per fare gli stupidi senza esserlo bisogna esser bravi ma per far sembrare simpatici i tuoi ospiti, George W. Bush incluso, bisogna essere dei fuoriclasse.

 

Nello speciale c’è anche la riconciliazione alla faida ventennale con Oprah Winfrey, altra gigante televisiva che regna nel primetime e su cui per anni calava il mistero. I due hanno fatto pace in uno dei programmi della Winfrey e successivamente lei ha accettato di tornare ospite da lui (per darvi la misura del peso della Winfrey basti sapere che Letterman ci teneva moltissimo). Per quanto ne sappiamo, pare che la Winfrey se la fosse presa per essere stata derisa nel tipico stile di David durante uno spettacolo vent’anni prima. Lo stile di Dave è quello un po’ cattivo in cui ti prende sottilmente per il culo e finge complicità, ma in realtà è cinismo mascherato e il pubblico gongola. (Cher e Madonna hanno preferito sedersi e dargli dello stronzo, lui si è divertito a prenderle ancora più in giro). Lo fa per noi, come quando ha chiesto a Paris Hilton come si fosse trovata in prigione. Senza scomodare ciò che di lui scrisse David Foster Wallace, lo stile è ben sintetizzato dalla battuta di una settimana fa: “Tratta una signora come una puttana e una puttana come una signora”. Ha gelato il pubblico e se ne è subito pentito sghignazzando. Poi ha chiesto a Amy Schumer, sua ospite, di fare qualcosa di cui si sarebbe pentita, e lei gli ha mostrato le pudenda (più o meno). Facile capire perché Obama gli abbia detto: "David, sei parte di tutti noi. Ci hai dato tanto e noi ti amiamo."

 

Nello speciale non c’è neppure lo scandalo sessuale di qualche anno fa descritto mirabilmente da Vanity Fair, quando Letterman fu costretto a confessare in tv di essere sotto tentativo di estorsione da parte di un uomo, poi arrestato, che minacciava di rivelare pubblicamente i continui tradimenti di David alla storica compagna con la quale ha un figlio. In una bella intervista del New York Times l’intervistatore gli chiede se pensava fosse il momento della fine della sua carriera, e di come ha deciso di rivelare tutto. David candidamente gli risponde: “Non sapevo che altro fare. Non mi veniva in mente una bugia credibile”.

 

Non c’è neppure il vero motivo per il quale David lascia il trono, ma sempre sul Times leggiamo che trattasi di auto-rottamazione. Gli è successo guardando Seth Meyer, Jimmy Fallon e Jimmy Kimmel, le nuove generazioni, e di capire che non può competere contro quel mondo di showmen che parlano a un pubblico giovane, sono virali in rete e sembrano i suoi figli. È la fine di un'era, la sua. E ci si inizia a chiedere che farà una volta pensionato. Ieri sera è andata in onda anche la puntata del Late Night che aveva come ospite Barack Obama, a cui Dave ha chiesto: “Che farai dopo il ritiro?”, e Obama ha risposto: “Pensavo di giocare a domino con te, o potremmo andare da Starbucks a raccontarci storie”, e David ha replicato che sì, non era una brutta idea, ma ha in programma di insegnare legge alla Columbia (che è esattamente ciò che voleva fare Obama). Scambio di ruoli: il presidente cool diventa un battutista e il comico diventa cool.

 

[**Video_box_2**]Da noi Letterman è più famoso in quanto modello irraggiungibile per Fabio Fazio. Prima di YouTube e del satellite potevamo copiare interi format senza temere il rischio di confronti impietosi: oggi è tutto un “Sì, Fazio vabbè... ma hai visto Letterman?”. Come se dicessimo che abbiamo “Chi” ma non raggiungeremo mai le vette di Us Weekly Magazine. Volete sapere cosa succede quando copiamo? I monologhi di Ezio Greggio a Striscia la Notizia, Daniele Luttazzi che interpreta liberamente George Carlin, Berlusconi con Dudù o Renzi con Verybello: Obama rimarrebbe un figo anche ballando la Macarena, Renzi sembrerà sempre uno che sbaglia taglia e colore delle giacche. I detrattori di Fabio Fazio sono in tanti e non si nascondono, sono sempre pronti a metterlo a confronto con Letterman, celebrando la cattiveria del secondo sulla piaggeria del primo, come se Fazio non si fosse ritagliato un posto in una rete dove massmedializzare la cultura per un pubblico di sinistra, pubblico che troverebbe irricevibile il cinismo mascherato (se vi piace tanto la cattiveria guardatevi Piero Chiambretti). Fabio Fazio intrattiene con la gentilezza, ha una "ritrosia piemontese" nel mettersi in primo piano (ve lo immaginate un Fabio Fazio Show?) ha quel modo di mischiare l’alto e il basso che il Magazine del Times, in un articolo di qualche anno fa, definiva: “Mangia le tue verdure”; cioè se mangi prima i broccoli (lo scrittore, la lezione d’arte, la promozione alla lettura) poi puoi avere il cantante e il comico (il dessert).

 

Noi che mangiamo budini e guardiamo tanta televisione sappiamo dov’è il problema, e non è in Fazio, non è nella poltrona bassa (ce lo ha spiegato benissimo Seinfeld che dà fastidio anche a loro sprofondare tra i cuscini), né nel fatto che ogni ospite abbia qualcosa da vendere (è così che funziona, la difficoltà sta nel dissimulare d’esser lì solo per quello), né nel non avere idee all'altezza (se lanci un’anguria da un tetto di Milano o fai fare lip-synch a Romano Prodi non sarà comunque garanzia di successo). Basta leggere alcuni nomi degli ospiti della puntata finale del David Letterman Show: Bill Murray, George Clooney, Scarlett Johansson, Jerry Seinfeld, Howard Stern, Tina Fey, Michael Keaton. Il problema non è di Fazio o degli autori, provate voi a fare un talkshow senza uno star system fico.

 

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