Una tesi di laurea e il crocifisso

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Il mio motto è sempre stato: “prima o poi la ruota gira”, così è stato.

    Il mio motto è sempre stato: “prima o poi la ruota gira”, così è stato. Sono una laureanda in Giurisprudenza e qualche mese fa mi sono trovata nel classico dilemma su quale argomento trattare per la mia tesi. Alla fine ho scelto diritto costituzionale e il mio docente mi ha proposto di occuparmi della questione del crocifisso nei luoghi pubblici poiché anni fa nella mia università si era svolto un importante convegno proprio su questo tema.
    Vengo da una famiglia dove la cultura cristiana è sempre stata presente, è un tema che mi tocca nel profondo, perciò ho iniziato le mie ricerche con entusiasmo districandomi tra dibattiti di giuristi e sentenze delle più disparate.
    Con amarezza però ho scoperto che dottrina e giurisprudenza erano ferme a riguardo dal 2004 e io arrivavo, perciò, in ritardo di cinque anni col rischio di scrivere una tesi ripetitiva di altri che ne avevano parlato quando il dibattito era vivo, senza aver nulla da aggiungere se non una mera opinione personale.
    Poi la “famosa ruota” ha ripreso a muoversi, proprio da Strasburgo riaccendendo l'antica fiamma; il mondo della politica, delle corti di giustizia, della chiesa si scontrano,si lanciano accuse, si ricomincia a parlare di laicità, di valori cristiani e di multiculturalismo e io ne sono narratore in tempo reale. Tra credenti, laici, favorevoli e contrari mi sento ironicamente di affermare: “Qui c'è stata proprio una mano divina!”.