La riffa delle mascherine
Il click day di Arcuri e un metodo ugualmente incivile ma più equo: la lotteria
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Mascherine: il budget di Arcuri dura un secondo, imprese insoddisfatte
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Commissario, giù la mascherina
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Cercansi reagenti disperatamente
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Sistema che regge, paese che reagisce. L'Italia, un miracolo!
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Andiamo in auto, non in monopattino
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I soldi ci sono, ma la visione dov'è? Perché spaventa questo stato imprenditore
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Cosa non torna sulle mascherine tarocche acquistate dalle Dogane
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Capitan Fracassa
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Arcuri e la nuova Gepi
Il bando “Impresa Sicura” di Invitalia, che doveva rimborsare le aziende italiane delle spese affrontate per i dispositivi di protezione individuale dei propri lavoratori, non è degno di un paese civile. Come abbiamo già scritto, il primo problema è il budget: 50 milioni di euro, destinati a oltre 4 milioni di imprese per far fronte alle spese sostenute in due per 17 milioni di addetti, sono a dir poco inadeguati. Mettere sulla tutela della salute dei lavoratori un terzo di quanto è stato messo per i monopattini, quando le richieste delle imprese sono state di circa 1,2 miliardi di rimborsi (ovvero meno della metà di quanto versato in Alitalia) è abbastanza vergognoso. Ma c’è di peggio. La scelta della modalità di assegnazione, il “click day”, è un monumento all’inciviltà. Anche perché la gara – che è stata una vera competizione sulla rapidità – si è esaurita dopo meno di un secondo e mezzo, con oltre duecentomila imprese rimaste a bocca asciutta perché battute sul millesimo di secondo.
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