Non solo Cina. Anche la Germania dona materiale medico all'Italia

Daniele Raineri

Questa mattina un Boeing dell’Aeronautica italiana è atterrato dall’aeroporto militare di Pratica di Mare da Colonia, dove era andato a prendere un carico di aiuti, incluse attrezzature per la respirazione

Questa mattina alle sei un Boeing dell’Aeronautica italiana è atterrato dall’aeroporto militare di Pratica di Mare da Colonia, dove era andato a prendere un carico di aiuti medici – incluse attrezzature per la respirazione – donato dalla Germania. Come si sa in questo momento l’Italia ha bisogno di aumentare il numero di apparecchiature mediche per la terapia intensiva perché sta affrontando un’emergenza sanitaria senza precedenti. Questo tipo di donazioni incrementa la capacità italiana di curare le persone colpite dal coronavirus – una capacità che ogni giorno si avvicina pericolosamente al punto di crisi a causa dell’estensione del contagio.

  

 

Ieri un aereo Lufthansa era atterrato a Milano con millecinquecento tute protettive. In teoria c’è un decreto del governo tedesco che blocca l’invio all’estero di materiale che può diventare utile durante una pandemia – si tratta di una regola standard in questo tipo di crisi – ma il 12 marzo scorso il governo tedesco ha sospeso il decreto, per sbloccare gli aiuti medici e prestare assistenza all’Italia. C’è stata una telefonata fra il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il Cancelliere tedesco, Angela Merkel, e i canali diplomatici hanno fatto il resto.

 

 

E sempre ieri, a Milano Malpensa, è atterrato un volo con venti tonnellate di aiuti medici proveniente dall’America e donati da un’associazione privata di evangelici. I sessanta volontari americani della Samaritan’s Purse andranno a lavorare all’ospedale di Cremona, che come tutte le strutture lombarde in queste settimane è sotto una pressione incredibile. Ma arrivando dagli Stati Uniti non c’è la stessa attenzione – concertata con il ministro degli Esteri Luigi Di Maio – che in questi giorni circondava le forniture di materiale arrivate dalla Cina.

Di più su questi argomenti:
  • Daniele Raineri
  • Di Genova. Nella redazione del Foglio mi occupo soprattutto delle notizie dall'estero. Sono stato corrispondente dal Cairo e da New York. Ho lavorato in Iraq, Siria e altri paesi. Ho studiato arabo in Yemen. Sono stato giornalista embedded con i soldati americani, con l'esercito iracheno, con i paracadutisti italiani e con i ribelli siriani durante la rivoluzione. Segui la pagina Facebook (https://www.facebook.com/news.danieleraineri/)