La Marina italiana salva 100 migranti 24 ore dopo l'allarme
"Nessuna vittima a bordo", dice Nave Cigala Fulgosi, ma AlarmPhone la accusa di avere aspettato troppo prima di intervenire. A Malta e Lampedusa, nel silenzio generale, sono sbarcate altre 100 persone
La Marina militare italiana è intervenuta con un ritardo di quasi 24 ore prima di salvare un centinaio di migranti in imminente pericolo di vita in acque internazionali, a 90 miglia nautiche a sud di Lampedusa. L’allarme era stato lanciato ieri mattina intorno alle 8 dall’aereo Moonbird dell’ong tedesca Sea Watch. L'equipaggio aveva avvistato tra le persone a bordo almeno due bambini.
Moonbird ha avvistato questa mattina un gommone con a bordo ca. 80 persone tra cui almeno 2 bambini, in acque internazionali a poche decine di miglia dalla nave della @ItalianNavy P490.
— Sea-Watch Italy (@SeaWatchItaly) May 29, 2019
La P490 è la nave più vicina.
Chiediamo alle autorità di procedere subito con il soccorso. pic.twitter.com/LL3CZv8uf7
Subito dopo, AlarmPhone aveva twittato la posizione e aveva dato aggiornamenti drammatici sulle condizioni del natante. L’intervento di nave Cigala Fulgosi P490 è avvenuto solo stamattina. Sea Watch ricostruisce così le distanze tra il pattugliatore italiano e il barcone: "Alle 08:00 (orari in UTC) la distanza tra il gommone e la nave P490 era di circa 17 miglia nautiche. Alle 13:51 la distanza tra il gommone e la nave P490 era di 10/12 miglia nautiche".
La nave italiana ha tratto in salvo tutte le persone che si trovavano a bordo, ma AlarmPhone ha accusato la Marina militare di avere aspettato troppo tempo prima di intervenire. “La nave P490 della Marina militare italiana stava monitorando la situazione da ieri mattina e sarebbe potuta intervenire un giorno prima. Questa mancata assistenza ha messo a rischio la vita di 90 persone”, ha riferito la piattaforma che tiene traccia di tutti gli attraversamenti del Mediterraneo. Sempre secondo Sea Watch, la nave della Marina Militare avrebbe deciso in modo deliberato di non intervenire: "Alle 13:51 Colibrì (un aereo da ricognizione, ndr) si trova nuovamente vicino alla posizione del gommone e registra la presenza della P490 a sole 9 miglia nautiche di distanza. La nave della Marina Militare, però, continua a non intervenire". Solo nella notte si alza in volo un elicottero della Marina militare: "Alle 4:37 le persone segnalano che un elicottero sta volando sopra le loro teste ma non vedono navi all'orizzonte", riferisce Sea Watch.
Infine, all’alba di stamattina, i migranti a bordo del gommone, che intanto imbarcava a acqua e aveva i tubolari sgonfi, avevano detto ad AlarmPhone che un bambino di 5 anni era morto a bordo. La notizia non è stata confermata e il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha difeso su Twitter le modalità del salvataggio: “E’ incredibile che alcuni organi di stampa diano credito a provocazioni e illazioni delle solite ong a cui finalmente abbiamo tagliato il business e che sono sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”. In realtà, tutte le inchieste finora aperte nei confronti di Sea Watch di Proactiva Open Arms sono state archiviate, sia a Catania sia a Ragusa.
04.50h CEST: le ca. 90 persone a bordo stanno ancora soffrendo e sono in grave pericolo. Il sole sta sorgendo nel Mediterraneo centrale ma ora possono vedere con chiarezza che nessuno è nelle vicinanze. Sono ancora abbandonati a mare e non c’è nessun soccorso in vista #migranti pic.twitter.com/2ORjnCCK2E
— Alarm Phone (@alarm_phone) May 30, 2019
La nave P490 dell’@ItalianNavy stava monitorando la situazione da ieri mattina e sarebe potuta intervenire un giorno prima. Questa mancata assistenza ha messo a rischio la vita di 90 persone. I sopravvissuti devono essere portati in un #portosicuro in Italia! #portiaperti
— Alarm Phone (@alarm_phone) May 30, 2019
È incredibile che alcuni organi di stampa italiani diano credito a provocazioni e illazioni delle solite Ong a cui finalmente abbiamo tagliato il business e che sono sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) May 30, 2019
Il pattugliatore Cigala Fulgosi ha soccorso 100 persone a bordo di un gommone in difficoltà. Comunicato stampa nr. 51 ► https://t.co/cXZqzB0fs0 pic.twitter.com/Gup0CffwyO
— Marina Militare (@ItalianNavy) May 30, 2019
La Marina Militare, con un comunicato emesso oggi in tarda mattinata, scrive che “non risulta alcuna persona deceduta a bordo”. La versione della Marina è che Nave Cigala Fulgosi, “constatate le condizioni del natante con 100 persone a bordo, di cui solo una decina provvisti di salvagente individuale, motore spento, precarie condizioni di galleggiamento e considerate le condizioni meteorologiche in peggioramento, è intervenuta in soccorso delle persone che erano in imminente pericolo di vita”. Ora che le 100 persone sono state soccorse, Nave Fulgosi è in navigazione verso Lampedusa.
"Non permetto a nessuno di dire che la nostra Marina Militare abbia ignorato il soccorso di persone in pericolo di vita. A nessuno, sia molto chiaro!", ha scritto su Facebook il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta. "E' del tutto falso e strumentale! Quando e' arrivato l'allarme ai nostri uomini, la nave italiana si trovava a 80 chilometri di distanza, praticamente 2 ore di navigazione dal barcone, localizzato invece in acque di responsabilità libica. Si è deciso di inviare dunque, immediatamente, un elicottero, perché quando c'è da salvare vite umane i nostri non si sono mai tirati indietro. Anzi. La vita umana è sacra, ma questo non può voler dire accogliere tutti indiscriminatamente".
Sulle nostre coste, intanto, continuano ad arrivare gommoni e a sbarcare migranti, senza troppi clamori mediatici. L’ultimo gruppo di 7 persone è sbarcato stamattina a Lampedusa, altri 43 sono arrivati sull’isola di Cala Galera. Un’altra ventina è stata recuperata da una motovedetta della Guardia di Finanza. A Malta, 75 persone sono state recuperate e portate sulla terraferma: si erano salvate aggrappandosi a una rete per la pesca dei tonni.