Il guasto (l'ennesimo) alle scale mobili della fermata metro di Barberini

Le scale mobili della metro sfasciate raccontano Roma più di Raggi e De Vito

David Allegranti

Tra Repubblica e Barberini le attività commerciali risentono dei guai tecnici senza fine e dei problemi alla manutenzione. "Sembra di essere su scherzi a parte", dicono i residenti

Roma. C’è da farsela sotto ad andare in giro per Roma; gli autobus vanno a fuoco, la gente viene aggredita con pugni a Largo Preneste e muore, cascano gli alberi con un po’ di vento, e poi ci sono queste fermate della metro con le scale che s’accartocciano. Quella di Repubblica è ferma dal 23 ottobre, per la “disperazione dei commercianti – dice Giuliano Mantini, figlio di Angelo, titolare del negozio d’abbigliamento Esedra 58, che è anche il presidente del comitato di piazza della Repubblica – che ormai supera l’indignazione”.

  

Giovedì invece si è sfasciata la scala mobile di piazza Barberini, non si sa quando riaprirà; “tecnici già al lavoro alla stazione Barberini”, scriveva l’AdnKronos, ed è su quel “già” che si misura la credibilità di una città che dilata il tempo fino a esasperare gli animi degli stessi romani, che di solito sono molto gelosi der Colosseo, delle rovine e anche di ciò che è rovinato dallo spirito contemporaneo. Ed era, giovedì, tutto un pullulare di ingegneri nella stazione chiusa ai pendolari, i quali chiedevano spiegazioni (“Probbblema tecnico”) e i più edotti, si fa per dire, credevano che fosse tutta colpa di mister Ping appena arrivato in Italia. Insomma un tripudio di sinoscetticismo è stato riversato su piazza Barberini. Sicché, fuori dalla metro c’erano gli addetti dell’Atac a fornire itinerari alternativi, piazza de Spagna, piazzale Flaminio (sono appena 21 o 25 minuti a piedi, che vuoi che sia). “In tanti se la prendono con noi”, ha detto un addetto dell’Atac. Ma che è successo? Quando riapre? Tante domande affastellate, ma si sa solo che s’è rotto l’ultimo gradino della scala mobile in salita e che il 12 marzo c’era stato un intervento di manutenzione.

 

E’ diventata una novella dello stento questa delle scale che si rompono e delle stazioni che chiudono. Quella di Repubblica è chiusa, si diceva, da 216 giorni. “Siamo su scherzi a parte”, dice al Foglio Angelo Mantini, presidente del comitato che vuole fare riaprire la stazione di piazza della Repubblica. Sulle colonne che la contornano fino a qualche giorno fa c’erano dei manifesti, poi sono stati tolti e adesso sono appesi soltanto sulle vetrine dei negozi, stampati in occasione dei quattro mesi della chiusura della fermata: “Sono oltre 4 mesi che la metro Repubblica è chiusa. State desertificando la zona di piazza della Repubblica e via Nazionale creando gravissimi danni alle attività, ai residenti a tutti coloro che lavorano in questa zona. Vogliamo sapere perché è ancora chiusa e quando riaprirà”. La spiegazione, dice Mantini, è stata data: l’azienda è in attesa di un pezzo di ricambio. “Ma è una giustificazione fragile. I pezzi ci sono da sempre”. L’Atac, negli incontri con il comitato, ha dato delle date: il pezzo deve arrivare entro il 31 marzo, la metro riaprirà intorno al 15 maggio. Nel frattempo è nata una pagina Facebook “Aggiornamenti quotidiani sulla fermata metro Repubblica”. Imprescindibile e amara: “E’ chiusa anche a primavera”.

 

 

Il presidente del comitato giovedì ha incontrato gli avvocati ed è intenzionato a passare alle vie legali. “Probabilmente arriveremo a fare una denuncia”, dice. “La gente non si rende conto, ma questa zona è stata desertificata. Castroni sembra che chiuda. Gli stranieri non li vediamo più, passano oltre. Siamo una parte di Roma sparita. La fontana sono 10 mesi che è rotta, non esce più acqua. Sotto inverno era buia. Ci sono anche gravi carenze sotto il profilo della sicurezza”. I turisti non passano più dalla piazza, dice Marco De Gaetano, proprietario dell’ottica Vasari. “Problemi li abbiamo avuti sopratutto sulla vendita degli occhiali da sole, non sugli occhiali da vista, perché i clienti fidelizzati vengono comunque. Turisti e gente di passaggio invece li abbiamo persi, perché la piazza è vuota. Da ottobre a oggi la differenza si vede. Anche via Nazionale è deserta”. Ma qui che hanno fatto in questi mesi quelli dell’Atac? “Mah, ogni tanto vengono e scaricano. Saranno venuti due-tre volte a scaricare dei materiali. Per ora non abbiamo capito a che cosa servono. Dice che manca un disco di ricambio. In pratica sembrerebbe così, però le voci maligne dicono che l’abbiano presa come una sorta di officina per le scale mobili di Spagna e Barberini, nel senso che hanno preso dei pezzi qui che servivano per le altre fermate”. Se fosse così sarebbe un capolavoro: usare pezzi di scale mobili che si sfasciano per riparare scale mobili che puntualmente si sfasciano.

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  • David Allegranti
  • David Allegranti, fiorentino, 1984. Al Foglio si occupa di politica. In redazione dal 2016. È diventato giornalista professionista al Corriere Fiorentino. Ha scritto per Vanity Fair e per Panorama. Ha lavorato in tv, a Gazebo (RaiTre) e La Gabbia (La7). Ha scritto cinque libri: Matteo Renzi, il rottamatore del Pd (2011, Vallecchi), The Boy (2014, Marsilio), Siena Brucia (2015, Laterza), Matteo Le Pen (2016, Fandango), Come si diventa leghisti (2019, Utet). Interista. Premio Ghinetti giovani 2012. Nel 2020 ha vinto il premio Biagio Agnes categoria Under 40. Su Twitter è @davidallegranti.