Armando Spataro (foto LaPresse)

Tocca dirlo: con Salvini bravo Spataro

Redazione

L’inadeguato capo del Viminale messo in riga dal procuratore di Torino

E insomma doveva arrivare Matteo Salvini per farci arrivare a dare ragione ai magistratoni tipo Armando Spataro. Anzi, ad Armando Spataro in persona. Al quale, giustamente, non si può non riconoscere il merito di avere evidenziato l’inopportunità del comportamento del ministro dell’Interno, che con la sua smania twittarola come un Alfano qualsiasi (do you remember Bossetti?) rischia di mandare all’aria il lavoro della procura del capoluogo piemontese. “A Torino altri 15 mafiosi nigeriani sono stati fermati dalla Polizia”, ha annunciato urbi et orbi di buon mattino Salvini, mettendo così a rischio un’operazione che era in realtà ancora in corso. E non solo. Perché “la polizia giudiziaria – precisa la procura – non ha fermato ‘15 mafiosi nigeriani’” e “il provvedimento restrittivo non prevede per tutti gli indagati la contestazione della violazione del 416 bis”. Di più: le persone “nei cui confronti il provvedimento è stato eseguito non sono 15” e “la ricerche di coloro che non sono stati arrestati è ancora in corso”.

 

Al che Salvini, con la sua invidiabile capacità di argomentare, ha pensato bene di reiterare la solita tirirera, ovviamente via Twitter: “Faccio il ministro da sei mesi e penso di farlo bene, guardando i risultati. Se a qualcuno non piace, che si candidi alle prossime elezioni” (candidare i magistrati? Ohibò che ideona). Per poi ribadire: “Qualcuno farebbe meglio a pensare prima di aprire bocca. Se il procuratore capo a Torino è stanco, si ritiri dal lavoro: a Spataro auguro un futuro serenissimo da pensionato”. Ora, il protagonismo di certi magistrati non lo abbiamo mai molto apprezzato. Né la tentazione di demandare alle procure il compito di fare, in qualsiasi modo, opposizione al governo, potrà mai convincerci. Ma Salvini, oltre a dimostrare quanto pericolose siano la sua inadeguatezza e la sua bulimia social, si è anche reso protagonista di una delle più rozze offese che un ministro della Repubblica abbia mai rivolto a un magistrato. E allora, semel in anno, lunga vita a Spataro.

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