Luigi Capasso spara alla moglie Antonietta Gargiulo e sequestra le figlie. Nella foto: le forze dell'ordine all'esterno della casa (LaPresse)

La tragedia di Latina, i negoziatori che non siamo

Maurizio Crippa

Forse si doveva entrare, in quella casa, far intervenire le teste di cuoio. Ora abbiamo sulla coscienza quelle due bambine morte in più

Forse in certi casi preferiamo aggrapparci ai film di Denzel Washington o di Kevin Spacey, oggi reprobo, quando fanno i negoziatori, gli specialisti delle psicologie bacate contro delinquenti o matti asserragliati con gli ostaggi, e di solito finisce tutto bene. E’ un mestiere che esiste nei film, o in America, ma ci fa sentire in pace con la coscienza. Fosse capitata a noi, con un nostro collega, la tragedia di Cisterna di Latina, siamo sicuri che saremmo stati eroi da film anche noi. Ma invece no. Dopo aver sparato alla moglie giù nel box, ieri Luigi Capasso, carabiniere in disgrazia, s’è chiuso in casa con le sue due bambine e la pistola d’ordinanza. Ore e ore, con altri poliziotti o carabinieri là fuori, sul balcone, a negoziare. Si conoscono tutti, è un paese. Vuoi che succeda l’irreparabile? E’ successo. Le ha uccise e si è ucciso. Mentre intorno c’era la canea dei social e della gente, gli insulti e i si sapeva che andava così, aveva scritto strane frasi su Facebook. Ma che sappiamo invece di quel che passa nella testa, o persino nel cuore, di uno? E magari lo conosci. Facebook è diventato il guazzabuglio del cuore umano, come lo chiamava Manzoni. E il guazzabuglio nella testa degli altri? Forse si doveva entrare, in quella casa, far intervenire le teste di cuoio. Fosse stato un altro, non un carabiniere, è probabile che lo avrebbero crivellato di colpi in un minuto. Ma era il mio collega, il vostro collega. Così ora abbiamo sulla coscienza quelle due bambine morte in più. E una mamma all’ospedale, forse se la caverà. E un giorno chiederà ai colleghi del marito: come è potuto accadere?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"