Pierre Moscovici (foto LaPress)

Moscovici richiama Di Maio alla realtà

Redazione

Il commissario Ue spiega al candidato grillino che il tetto del 3 per cento ha una sua logica. "Abbiamo fiducia nell'Italia, un gatto che cade sempre in piedi"

Pierre Moscovici, commissario Ue agli Affari economici, manda da Parigi un messaggio al candidato del M5s, Luigi Di Maio, accompagnato da qualche appunto elementare sul senso del tetto del 3 per cento nel rapporto tra deficit e pil imposto da Bruxelles. Il M5s propone di sforare il vincolo europeo facendo spesa in deficit? Per Moscovici "è un controsenso assoluto", semplicemente perché "sul piano economico questa riflessione non è pertinente: il tetto del 3 per cento ha un senso molto preciso, quello di evitare che il debito non slitti ulteriormente. Ridurre il deficit – conclude il commissario – significa combattere il debito e combattere il debito significa rilanciare la crescita". Moscovici per la verità non fa altro che ribadire la sua posizione scettica nei confronti delle proposte economiche avanzate da Di Maio. Qualche mese fa aveva detto che se fosse stato italiano non avrebbe mai votato i grillini e aveva fatto notare che nella lettera di Di Maio al presidente francese Emmanuel Macron, il candidato premier ricordava con orgoglio i suoi programmi economici, ignorando forse che la Francia non sostiene affatto lo sforamento del tetto del 3 per cento.

 

D'altra parte, Moscovici ha riconosciuto ancora una volta che la ripresa italiana è ormai una realtà e che, nonostante l'alto debito pubblico sia tra i principali "rischi politici" per l'Eurozona, l'Ue resta fiduciosa. "L'Italia è come un gatto, cade sempre in piedi", ha detto il commissario. Il debito "comincia a scendere" e per questo "possiamo avere fiducia nella ripresa dell'Italia", ha riconosciuto Moscovici, che si è detto soddisfatto anche delle riforme approvate negli ultimi anni. Nel nostro paese – ha aggiunto – "ci sono capacità creative, con un tessuto di Pmi estremamente potente che esporta e che alcuni potrebbero anche invidiarle".

 

Ma come spesso capita dalle parti di Bruxelles, è l'incertezza a preoccupare. "L'Italia va verso elezioni il cui esito è quanto mai indeciso. Quale maggioranza uscirà dal voto? Quale programma, quale impegno europeo? – si chiede Moscovici – In un contesto in cui la situazione economica del'Italia non è certamente la migliore al livello europeo, felice chi potrà dirlo...". E anche i toni usati in queste prime battute di campagna elettorale finiscono per preoccupare il commissario. Ultime in ordine cronologico sono quelle di Attilio Fontana, il candidato del centrodestra in Lombardia, che ha parlato di un "pericolo per la razza bianca", riferendosi alla questione migratoria. Parole definite "scandalose" da Moscovici e che Bruxelles stigmatizza, se non altro perché se il problema della gestione dei flussi è reale, svilirlo con toni tanto inappropriati impedisce, come spesso avviene, di prendere iniziative concrete per risolverlo.