Sergio Mattarella (foto LaPresse)

Cinque pezzi facili per i partiti

Redazione

Mattarella li invita al realismo, tra dentiere, no euro e reddito di cittadinanza

"Le proposte dei partiti in campagna elettorale", ha detto martedì Sergio Mattarella, “siano comprensibili e realistiche se si vuole recuperare la fiducia dei cittadini riducendo anche l’astensionismo”. E chissà se il presidente della Repubblica si riferiva al referendum sull’uscita dall’euro di Salvini, o al reddito di cittadinanza di Di Maio, alla doppia moneta di Berlusconi, o all’aumento del deficit nei prossimi cinque anni proposto da Renzi. Di sicuro Mattarella – “vanno colte le opportunità della ripresa economica” – ha fatto un invito alle forze politiche affinché esercitino il realismo e il linguaggio della verità in questa pazzotica Italia che sta per consegnarsi alle elezioni e a una campagna elettorale che già risulta pirotecnica. “La nostra voce risulterà tanto più autorevole” – ha aggiunto il presidente, cui non sfugge il nuovo tripolarismo italiano, cui verosimilmente seguirà in Parlamento la necessità di nuove alleanze post elettorali – “quanto più sapremo fornire l’immagine di un paese unito, stabile, determinato, capace di mantenere gli impegni assunti”. Unito, stabile e determinato, ha detto Mattarella.

 

E a questo proposito sarebbe utile, auspicabile, e chissà che non ci pensi proprio il Quirinale a richiederlo, che le forze politiche sin da subito s’impegnino formalmente, come è accaduto in Portogallo alle ultime elezioni, indicando un breve programma condiviso di “cose da fare”. Una scaletta d’interventi, uguali per tutti, che chiunque vinca si impegni a portare a termine. E qui non si parla di dentiere, scie chimiche, uscite dall’euro e più pensioni per tutti.

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