LaPresse/Fabio Cimaglia

La versione di Padoan in commissione banche

Redazione

"Sugli istituti veneti non c'erano alternative, ma la vigilanza poteva fare meglio", ha detto il ministro dell'Economia. Su Boschi e Delrio: "Ho appreso dei loro specifici incontri dalla stampa"

Etruria e le banche venete, il ruolo di Banca d'Italia e la conferma di Ignazio Visco come governatore. Davanti alla commissione di inchiesta sulle banche, il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, ha fatto un'ampia ricognizione dello stato di salute del sistema bancario italiano negli ultimi anni, a partire dalla riduzione dei crediti deteriorati, diminuiti di oltre il 25 per cento: "La strategia messa in campo sta dando i frutti sperati: il valore lordo complessivo dei crediti deteriorati ha raggiunto il picco di 361 miliardi nel 2015; alla data odierna, tenendo conto delle operazioni già definite e in corso di completamento, il valore è stimabile in 287 miliardi, con una riduzione superiore al 25 per cento".

  

Rispondendo alle domande del senatore Andrea Augello sugli incontri dei ministri Maria Elena Boschi e Graziano Delrio con i vertici degli organi di vigilanza e delle banche sul caso Banca Etruria, Padoan ha detto che non era a conoscenza dei colloqui. "Ho appreso di questi specifici incontri dalla stampa – ha detto il ministro – Non ho mai autorizzato nessuno a parlare con altri di questioni bancarie ne ho richiesto che persone o membri del governo che avessero contatti con esponenti del mondo bancario, venissero a riferire a me". "Ho incontrato Ghizzoni moltissime volte, abbiamo parlato di tante cose – ha poi aggiunto Padoan rispondendo al deputato M5s Carlo Sibilia, che gli chiedeva dei suoi colloqui con l'ex ad di Unicredit – ma non abbiamo mai parlato della banca specifica a cui lei si riferisce", ovvero Banca Etruria.

  

Altro capitolo quello relativo all'Autorità di vigilanza, su cui il ministro dell'Economia è stato sollecitato a dare un parere. "Ci sono stati casi sotto gli occhi di tutti" in cui la vigilanza poteva fare di meglio, "per esempio nelle banche venete, dove l'accaduto non è spiegabile solo con la gravità della crisi e il cambiamento del regime normativo". Ma il ministro ha anche ha sottolineato come l'Autorità di vigilanza ha "dovuto affrontare una fase di transizione e, malgrado il quadro difficile, c'è stata una sostanziale capacita di gestione del sistema". Un sistema, ha ricordato Padoan, provato dalla crisi economica e messo in difficoltà da "situazioni specifiche e particolari in cui le carenze non erano da ascriversi solo alla crisi ma anche alla gestione insoddisfacente a livello individuale, con responsabilità importanti nei singoli istituti". In questo quadro, la conferma di Ignazio Visco come governatore della Banca d'Italia "è stato un segnale ai mercati", una decisione presa in nome "essenzialmente alla continuità istituzionale in un contesto in cui, seppure in fase di miglioramento dell'economia, l'andamento dell'Italia continua a essere importante".

   

Sulle banche venete, il ministro ha difeso la linea portata avanti dal governo. "Non c'erano alternative – su Banca Marche, Carife, Banca Etruria e Carichieti – L’unica sarebbe stata la risoluzione dei quattro istituti", che avrebbe coinciso con la "liquidazione" e quindi portato a "conseguenze ben più gravi sui risparmiatori".