Roberto Burioni e Giulia Innocenzi (elaborazione grafica Il Foglio)

Che cosa ha detto Burioni del libro sui vaccini della Innocenzi

Enrico Cicchetti

Uno scambio di battute via social tra la direttrice di Giornalettismo e il virologo smonta diverse bufale della giornalista

La direttrice di Giornalettismo Giulia Innocenzi ha pubblicato da pochi giorni un libro dedicato al tema dei vaccini. In Vacci-Nazione, la giornalista parla di conflitto di interessi tra le personalità pro vaccini e le case farmaceutiche che li producono e tira in ballo anche il dottor Roberto Burioni, virologo e storico nemico dei no vax. Nella sua inchiesta, Innocenzi afferma che il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Walter Ricciardi, fece da consulente per lo sviluppo di alcuni vaccini: ci sarebbe quindi un'incompatibilità con la sua posizione a sostegno della vaccinazione. Burioni ha risposto giovedì sulla sua pagina Facebook: "Non mi chiedete pareri su questo libro, che peraltro mi cita e mi critica in maniera garbata. Perché gli editori li conosco personalmente, e li stimo e li considero bravissime e oneste persone; chi l'ha scritto mi viene descritta egualmente come persona per bene. Però gli sfondoni sono sfondoni, sono scritti nero su bianco e sono proprio tanti".

Il libro di Giulia Innocenzi, scrive Burioni, "svela - tra mille trame - ipotetici gravi conflitti di interesse del mio amico e collega Walter Ricciardi, direttore dell'Istituto Superiore di Sanità. Avrebbe fatto da consulente per lo sviluppo di alcuni vaccini. Peccato che questi vaccini siano uno il nebivololo, che è un beta bloccante, farmaco contro l'ipertensione; il secondo (Remimazolam) una benzodiazepina, parente del Valium e del Lexotan; il terzo (Fostimon) addirittura un medicinale che si usa per indurre l'ovulazione nelle donne". Burioni aggiunge che "dire che il nebivololo è un vaccino è come dire che un mattone è una torta. Capite che se un libro di cucina scambia i mattoni con le torte e il cemento con la farina diventa difficile da giudicare, se non dal punto di vista surrealista. E io sono uno scienziato, non un critico d'arte". "Posso stimare un mio studente", conslude Burioni "ma se mi dice che il nebivololo è un vaccino - per quanto io lo stimi - torna a settembre".

  

 

La giornalista ha risposto all'ultimo post del medico tramite il suo profilo Twitter. Lo ringrazia per aver espresso in maniera garbata le sue perplessità e allega il documento della dichiarazione di interessi che Ricciardi inviò nel 2013 alla Commissione Ue in cui il principio attivo del nebivololo è associato alla parola "vaccino". In un post di venerdì mattina, Burioni ribatte che se "la giustificazione è: 'ho tratto le definizioni da un documento sbagliato'" e "quindi la colpa sarebbe di chi ha compilato il documento", significa che Innocenzi "non ha ben chiaro cosa sono i vaccini".

Più avanti nel libro, infatti, la direttrice di Giornalettismo scrive che il Tamiflu è un vaccino. "Il Tamiflu, purtroppo per l'autore, un vaccino non è", puntualizza Burioni. "È un farmaco antivirale che con i vaccini non ha assolutamente nulla a che fare. Insomma, abbiamo la conferma e abbiamo un vero scoop: una persona che oggettivamente non ha ben chiaro cosa sia un vaccino ha scritto un libro sulle vaccinazioni. Il non sapere qualcosa non è grave: basta studiare e le cose si sanno. Il motivo per cui io mai avrei chiamato vaccini una benzodiazepina o un beta-bloccante è perché ho studiato. E i miei studenti impreparati vengono bocciati, studiano e infine superano l'esame con ottimi voti. Certo, sarebbe meglio studiare prima dell'esame, o prima di scrivere un libro. Ma non è mai troppo tardi".

 

"Come ho detto, ho una conoscenza diretta degli editori e indiretta dell'autore che me li fa considerare persone per bene e tutti sappiamo che 'errare humanum est'. Sono sicuro che nella seconda edizione correggeranno gli errori. Per quanto mi riguarda, proprio per le considerazioni sopra espresse, di questo libro non parlo più", scrive Burioni.

 

E conclude con un invito ai giovani: "Studiate, studiate, studiate. L'unico vero potere deriva dal sapere le cose".

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