Il mercato della Befana di Piazza Navona. Foto La Presse/Marco Rosi

Uomini bancarella

Maria Carla Sicilia

“I Tredicine sono tornati per una precisa volontà politica del M5s”, dice Marta Leonori

Roma. “E’ inaccettabile che ci sia un monopolio. A questo punto l’amministrazione comunale deve decidere: o annulla il bando o si assume la responsabilità di aver ripristinato il monopolio dei Tredicine per altri nove anni”. Se le bancarelle del mercato della Befana di piazza Navona sono di nuovo in mano ai Tredicine, per Marta Leonori, ex assessore al Commercio e al Turismo della giunta Marino, dietro c’è una precisa volontà politica.

  

Per due anni il mercato non si è fatto. Adesso quegli spazi vengono affidati ai soliti noti. Com’è successo?

Da quest’anno il comune gestisce direttamente la festa della Befana: hanno fatto un bando, in ritardo, senza fissare criteri di qualità e senza includere altri operatori, tenuti fuori dal requisito di anzianità. Il problema è questo: abbiamo perso un’opportunità con il nuovo regolamento del Commercio, approvato a maggio senza alcuna novità di rilievo.

  

Eppure durante l’approvazione del regolamento i commercianti protestavano.

Erano in gran parte delle sceneggiate. Non ho visto grandi manifestazioni, non come quelle che c’erano quando in comune c’ero io con Marino. Oggi non c’è lo stesso clima di ostilità da parte dei commercianti nei confronti del Campidoglio.

  

Perché ci hanno messo così tanto a pubblicare le graduatorie. C’entra Ostia?

No, non credo. Forse per arrivare così a ridosso e dire: che cosa facciamo, facciamo saltare di nuovo la manifestazione?

  

E’ meglio far saltare tutto, a questo punto?

La manifestazione è già saltata per questi stessi motivi nel 2014 e nel 2015. Per moltissime persone è meglio avere una piazza con attività culturali dedicate ai bambini. Quella del 2014 non era una manifestazione commerciale, ma è stata bellissima lo stesso.

  

Che ne pensa del duo Adriano Meloni e Andrea Coia, l’assessore e il presidente della commissione Commercio?

Rappresentano due parti distinte, e apparentemente in conflitto, dell’amministrazione e della maggioranza grillina. Se Meloni non è d’accordo con Coia dovrebbe dirlo. I bandi sono scritti sulla base delle indicazioni politiche della giunta, e quindi dell’assessore, che conserva un certo margine di libertà. Nessuno gli vieta di prendere il disciplinare sulla qualità dei prodotti e riproporlo nel bando, mettendo dei paletti alla paccottiglia che si vende. Di fronte a standard alti della qualità, negli anni scorsi il solito cartello di commercianti non è stato in grado di rispondere.

  

Alla base c’è un’idea sbagliata di città o una politica ostaggio delle lobby cittadine?

La politica è ostaggio quando non può fare delle scelte, qui le scelte potevano essere fatte.

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