Totò Riina (foto LaPresse)

E' morto Totò Riina

Redazione

Malato da tempo, l'ex capo di Cosa Nostra era ricoverato all'ospedale di Parma, in coma dopo due operazioni. Ieri aveva compiuto 87 anni. Gli ultimi 24 li aveva passati in carcere sotto il regime del 41bis

E' morto nella notte, alle 3.37, Totò Riina, il boss della mafia era ricoverato in coma nel reparto detenuti dell'ospedale di Parma. Riina, da 24 anni in carcere con il regime del 41 bis, ieri aveva compiuto 87 anni. L'ex capo di Cosa Nostra era malato da anni ma nelle ultime settimane le sue condizioni erano peggiorate ed era stato operato due volte. A luglio il tribunale di Sorveglianza di Bologna aveva respinto una richiesta di differimento della pena ma ieri il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva concesso ai famigliari un incontro straordinario. I parenti più stretti del boss hanno chiesto "il più stretto riserbo"

 

Riina era malato da anni, ma negli ultimi mesi le sue condizioni si erano aggravate tanto da indurre i legali a chiedere a luglio un differimento di pena per motivi di salute. Quest'anno, la difesa di Riina aveva chiesto di dichiarare il proprio assistito incapace di intendere di volere e non in grado di restare in giudizio. Ma per i giudici del tribunale di Milano, che si erano espressi in merito lo scorso luglio, il boss era invece "vigile" e "collaborante", "è in grado di comprendere", è "pienamente capace di intendere e di volere" e quindi poteva essere ascoltato come imputato al processo a suo carico per le minacce rivolte nel 2003 al direttore del carcere di Opera, Giacinto Siciliano, dove Riina era detenuto.

 

Arrestato il 15 gennaio del 1993 dopo 24 anni di latitanza, Riina era considerato ancora il boss indiscusso di Cosa nostra, malgrado da allora sia rimasto rinchiuso in carcere in regime di 41 bis per scontare i 26 ergastoli a cui era stato condannato. Il figlio Salvo, ieri aveva fatto gli auguri per il compleanno al padre con un post su Facebook: "Per me tu non sei Totò Riina sei il mio papà", aveva scritto il terzogenito del boss e di Ninetta Bagarella che ha scontato 8 anni in carcere per mafia, "in questo giorno per me triste ma importante ti auguro buon compleanno papà. Ti voglio bene, tuo Salvo". Un altro figlio, Giovanni, si trova invece in carcere.

 

 

Riina non si era mai pentito per le decine di omicidi compiuti (il primo a Corleone negli anni Cinquanta) e le tante stragi da lui ordinate, tra cui gli attentati del 1992 in cui furono uccisi Falcone e Borsellino e quelli del 1993, nella penisola. Fu suo l'ordine di scatenare un'offensiva armata contro lo Stato nei primi anni Novanta. Riina era ancora imputato nell'ultimo processo a suo carico, quello sulla cosiddetta "trattativa Stato-mafia", che lo vede accusato di minaccia a Corpo politico dello Stato.

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