LaPresse/Vincenzo Livieri

A Roma c'è l'acqua (anche se non piove)

Redazione

Si vedono i primi risultati del lavoro di Acea, che dopo alcuni interventi sulla rete idrica ha portato le perdite al 37 per cento 

Dopo la crisi idrica dell'estate e le polemiche sulla gestione del servizio, a Roma e dintorni l'"emergenza" sembra essersi calmata. L'azienda che si occupa della distribuzione dell'acqua nella Capitale, Acea, ha iniziato da giugno a effettuare interventi sulla rete che hanno portato al recupero di oltre 2.300 litri di acqua al secondo. Le ispezioni hanno interessato tutti i 5.400 chilometri dell'infrastruttura idrica, mentre gli interventi si sono concentrati su 2.500 chilometri con circa 13 mila manufatti visionati e oltre 4 mila riparazioni eseguite. 

  

I dati sono stati presentati da Acea durante la conference call sui risultati dei primi nove mesi, insieme al piano di ammodernamento studiato per mettere in sicurezza l'approvvigionamento della capitale e dei comuni gestiti da Acea Ato2. "L'obiettivo strategico, data la crisi di Roma è di mettere in sicurezza la città per i suoi approvvigionamenti", ha sottolineato l'a.d. Stefano Donnarumma, puntualizzando che questa "è un'occasione imperdibile non solo per la nostra azienda ma per tutti gli enti coinvolti. Questo deve diventare l'incidente di percorso che finalmente mette tutti sullo stesso target".

  

Il servizio a Roma "è tornato regolare", ha detto Donnarumma, ma "la crisi idrica ancora non è finita anche perché si registra ancora una profonda carenza di acqua dovuta anche al fatto che la pioggia tarda ad arrivare". Una situazione simile a quella di quest'estate, quando si paventava la razionalizzazione del servizio, ma che oggi non mette in difficoltà Acea "grazie agli interventi e alle riparazioni" effettuate dal gruppo tra giugno e settembre che hanno permesso di recuperare un quantitativo quasi pari a quello mancante, ha detto: "Le perdite si sono attestate intorno al 37 per cento, rispetto al 45 per cento che si misurava prima dell'estate". Al momento, ha rilevato l'ad del gruppo energetico capitolino, "mancano circa 2,3-2,4 metri cubi al secondo rispetto ai 17 medi in genere ricevuti dagli acquedotti romani". 

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