Caldo al Fontanone del Gianicolo e alla fontana di piazza di Spagna (foto LaPresse)

Dal caldo ai migranti. Emergenza a chi?

Marianna Rizzini

Anche l'acqua, la mafia, gli scioperi, l'anticiclone Lucifero, i canadair. Quanto falso è il “vero allarme”?

E’ estate e, come ogni estate che piombi in terra, è in agguato l’Emergenza. Emergenza di tutto – migranti, acqua, mafia, strangolamenti coniugali, anticiclone Lucifero, canadair, scioperi degli addetti ai bagagli, vaccini e antivaccinisti. Ma quanto davvero emergenza è l’emergenza? Difficile a dirsi, lì per lì: una mattina ci si alza e non si sa più dove girarsi, perché l’emergenza è ovunque e per qualsiasi cosa. E si fa prima, quasi quasi, a contare le notizie che emergenza non sono. Ma proprio quando uno cominciava a crederci – che ci sia davvero, l’emergenza?, ma non saremo noi troppo cinici o troppo scettici? – ecco che la medesima si manifesta nella sua natura effimera, forse persino infingarda. Perché l’emergenza non sta dove la metti. E’ dispettosa, cangiante. C’è, ma non c’è. Arriva cubitale sulle prime pagine dei giornali, ma com’è arrivata scompare, travolta dalla noia o da un evento non così emergenziale ma evidentemente di pubblico interesse (matrimonio vip, ennesimo siluramento di un collaboratore di Trump, intercettazione estrapolata da qualche scena di non-trasparenza nella giunta Raggi). Oppure viene affossata, l’emergenza, dall’altra misteriosa creatura che spesso s’impone in prima pagina: la Tregua (quando cioè è improvvisamente “tregua” su vaccini, acqua, caldo, traffico e migranti).

 

E anche se l’inverno ha le sue emergenze – la mafia, specie “capitale”, fino alla sentenza del maxi processo era emergenza un mese sì e uno no, in senso retroattivo e prospettivo – d’estate, complice il vuoto di notizie, l’emergenza assume i contorni dell’Apocalisse. A patto che i dati non parlino. Succede infatti che, dal Viminale, giungano numeri non proprio in linea, per esempio, con l’idea che quest’anno la pur difficile situazione “sbarchi e migranti” sia emergenza “mai vista”: la tabella-dati del Viminale (pubblicata qui sotto), dice che, rispetto al luglio 2016, i migranti sbarcati nel luglio 2017 sono la metà (23.552 nel luglio 2016, 10.781 nel luglio 2017). E anche se alla fine del 2017 mancano cinque mesi, la tabella intanto fa i conti: in tutto il 2016 sono sbarcati 181.436 migranti, e fino al 31 luglio di quest’anno 94.802. E sì, dietro l’angolo si prepara l’“emergenza” (vera o falsa?) delle mancate firme al codice ong sugli sbarchi. Ma intanto il luglio, a livello di numeri, non in modo così emergenziale lascia il posto ad agosto.

 

  

Agosto, però, porta con sé – annunciata e terribile – la settimana di “Lucifero”, un anticiclone africano da bollino rosso. Ma ieri mattina, a Roma, c’era chi trovava Lucifero non così luciferino (“vabbè, caldo normale”; “mah, alla fine è sopportabile”; “beh, la sera c’è anche un po’ di vento”). E alla fine, a forza di consultare l’iPhone che annuncia 39, 40, addirittura 41 gradi per oggi e domani, c’è chi, su Facebook, si dice “tranquillizzato” dal fatto che, “se questo è Lucifero, allora i telefonini sbagliano”. Ed è chiaro che il caldo non è nell’occhio di chi guarda il cellulare – quando c’è, c’è – ma si ricordano ancora gli anni in cui Lucifero si chiamava Caronte o Giuda e ci si ritrovava, alla fin fine, a dire “tutto qui?”.

 

Ma nessuna emergenza annunciata è apparsa insondabile come la cosiddetta “emergenza acqua”: se anche il Papa chiude le fontane, riflettevano i cittadini, dev’essere dramma vero. E c’era chi riempiva taniche e chi leggeva il bollettino dell’incontro Raggi-Zingaretti e tremava all’idea del razionamento, temuto quanto e più della targa alterna. Poi arrivava l’accordo tra i due e, magicamente, l’emergenza per così dire rientrava. Non del tutto: c’è pur sempre Lucifero. Ma almeno un po’, quel po’ che rendeva meno angosciose alla vista le foto del lago di Bracciano ripreso da angolazione “palude essiccata” (tanto che, sui social network, visto il non razionamento, c’era già chi gridava alla “fake news”).

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  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.