Antonio Ledezma (foto LaPresse)

In Venezuela la polizia politica di Maduro arresta due leader dell'opposizione

Redazione

Dopo le elezioni dell'Assemblea Costituente, l'opposizione continua le proteste e Trump stabilisce nuove sanzioni. Il sindaco di Caracas Antonio Ledezma e Leopoldo Lopez, storico leader dell’opposizione, sequestrati dal Sebin

In Venezuela, dopo le elezioni dell'Assemblea Costituente, l'opposizione mantiene la sua agenda di proteste: alcune strade di Caracas e di altre città sono rimaste chiuse in segno di contestazione al processo voluto dal governo per cambiare la Costituzione. E intanto l'organizzazione a difesa dei diritti umani Foro Penal ha reso noto che sono oltre cinquemila le persone arrestate dall'inizio delle manifestazioni. Secondo l'organizzazione che offre assistenza legale agli arrestati, quasi il 10 per cento delle persone fermate sono donne, la maggioranza sono giovani e studenti. Oltre 1300 degli arrestati rimangono dietro le sbarre. Solo domenica sono state fermate 96 persone.

Secondo fonti della stampa locale, confermate dall’agenzia britannica Reuters, anche Antonio Ledezma, sindaco di Caracas, e Leopoldo Lopez, storico leader dell’opposizione, sono stati portati via dalle proprie case dalla polizia politica venezuelana (Sebin). A denunciarlo sono anche i membri delle loro famiglie. Nei primi giorni del luglio scorso e dopo 40 mesi di prigione a Ramo Verde, il governo di Maduro aveva concesso gli arresti domiciliari a Lopez, il fondatore di Voluntad Popular, condannato a 13 anni e 9 mesi nel 2015 perché ritenuto organizzatore delle proteste nel paese che nel 2014 causarono 43 morti. Da tempo l’opposizione definiva Lopez un prigioniero politico e diversi leader mondiali, fra cui il presidente americano Donald Trump, il Papa e l’Alto commissariato per i diritti umani dell'Onu avevano fatto pressioni per il suo rilascio. In un video recente l’oppositore simbolo al regime di Maduro aveva denunciato le torture subite all’interno del carcere. Antonio Ledezma, anche lui storico oppositore di Maduro, era già stato arrestato nel 2015.

    

I tweet di denuncia di Lilian Tintori, moglie del sindaco di Caracas:

E del deputato venezuelano Richard Bianco

 

 

Sono giorni che alcune strade venezuelane vengono bloccate. Lunedì, all'indomani della contestata elezione, centinaia di abitanti di Caracas si sono raccolti nella parte orientale della città per rendere omaggio ai morti di domenica – 16 secondo l'opposizione – e dei 121 che hanno perso la vita dall'inizio dell'ondata di proteste quattro mesi fa.

Intanto il presidente venezuelano Nicolas Maduro ha commentato la decisione di Washington di congelare i suoi beni negli Stati Uniti, impedirgli l'ingresso nel paese e vietare agli americani di trattare o avere rapporti commerciali con il Venezuela e si è detto "orgoglioso" delle sanzioni. "Non obbedisco agli ordini imperialisti, non obbedisco ai governi stranieri, sono un presidente libero", ha detto Maduro, secondo il quale le sanzioni di Trump testimoniano la sua "disperazione" e il suo "odio" per il governo socialista. Solo Bolivia, Nicaragua e Cuba hanno appoggiato Maduro. Il governo cubano ha denunciato "l'operazione internazionale orchestrata" dagli Stati Uniti contro il Venezuela e ha definito "insolite e arbitrarie" le sanzioni imposte da Washington nei confronti del presidente Nicolas Maduro. In molti a non riconoscono invece la nuova costituente venezuelana, dal Brasile alla Colombia, dall’Argentina fino all'Unione europea.

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