Trump risveglia pure i black bloc

Redazione

Risuscita uno stanco G20 e richiama dagli squat i “contro tutto” amburghesi

Bisogna riconoscere a Donald Trump doti miracolose assegnate a pochi nella storia dell’umanità. Il presidente protezionista, nazionalista, populista ha risvegliato i morti squadernando il carnevale dei paradossi che tradizionalmente anima i G20. Il format aveva perso appeal: da anni i capi di stato e i banchieri centrali si ponevano obiettivi “minori”, dalla battaglia contro il climate change fino al “ricreare le condizioni per la crescita economica”, un abracadabra. L’America trumpista però ha restituito un senso al G20, che si è aperto ad Amburgo, e dove pare indispensabile inserire nella dichiarazione finale il rifiuto del protezionismo commerciale, ovvero la ragion d’essere dell’associazione. Il G20 così diviso ha risvegliato pure alcuni residuati degli anni 90, eredi violenti dei pacifici figli dei fiori, i black bloc. In migliaia hanno partecipato a un giorno di straordinaria violenza – 159 agenti feriti solo ieri. Si sono presi una pausa dalle attività nei centri sociali amburghesi per dare vita alla manifestazione “Benvenuti all’inferno”. Per dare ritmo alle cariche è stato ripescato dalla scena punk anni 80 il gruppo Goldenen Zitronen, una band che ormai ha passato le cinquanta primavere – da notare il video del singolo “Europa”, che mostra supermercati francesi, zone industriali portoghesi, case vacanza spagnole, autostrade belghe; tutte strutture diaboliche eppure necessarie per la maggioranza della popolazione che ha scelto di non vivere in uno squat tinteggiato con le stampe di Banksy. La globalizzazione avviene a “spese dei poveri”, gridano da Amburgo, tra le prime venti città al mondo per qualità della vita. E magari si manifesta indossando una di quelle maschere di Guy Fawkes molto in voga, che vengono da catene di montaggio alla periferia di Rio. Magico Trump.

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