Paolo Gentiloni, Ettore Rosato (foto LaPresse)

La commedia sulla legge elettorale continua: ora litigano sul Rosatellum

Redazione

Inizia il confronto alla Camera ma potrebbero non esserci i numeri al Senato: iniziano le trattative. L'assurda opposizione di Bersani

Roma. Alla Camera riparte la commedia della legge elettorale. Nel primo pomeriggio, dopo l'Ufficio di presidenza, la commissione Affari Costituzionali di Montecitorio tornerà a occuparsi della riforma partendo dal “Rosatellum” (dal nome del capogruppo Pd alla Camera Ettore Rosato), la proposta del Pd che prevede il 50 per cento di proporzionale e il 50 per cento di collegi uninominali. Il nuovo relatore, il deputato democratico Emanuele Fiano, si è già detto disponibile a una serie di incontri con le forze politiche per arrivare alla massima condivisione possibile. A preoccupare non è tanto il passaggio alla Camera quanto quello del Senato dove la maggioranza potrebbe non avere i numeri per approvare il testo.

  

In realtà, secondo Rosato, la proposta del Pd potrebbe essere il punto di partenza per costruire una futura alleanza elettorale. Una "coalizione di centrosinistra 'soft', con l’Mdp (il movimento dei fuoriusciti Pd guidato da Roberto Speranza ndr) e anche Alfano". Il capogruppo Pd alla Camera spiega che la sua non è una decisione già presa: "Dico solo che se bisogna costruire alleanze, dobbiamo partire dall'alleanza di governo. Mi sembra logico". Da questo punto di vista "i collegi consentono di farlo. Tenendo in considerazione anche Mdp, che sostengono il governo, anche se spesso non ce ne accorgiamo. E anche Alfano, perché no".

  

Parole che tradiscono l'estrema fiducia nutrita dal partito democratico di trovare i numeri necessari per approvare il Rosatellum. Tanto che il segretario del partito, Matteo Renzi, è intervenuto sull'argomento per dire che si può arrivare alla nuova legge in tempi brevi, già all'inizio di giugno.

  

Nel frattempo al Senato sono già iniziate le trattative per arruolare un gruppo di "volenterosi" di centrodestra e gruppo Misto disposti a votare la riforma renziana. Non fosse altro perché da Pier Luigi Bersani è arrivata una netta stroncatura con un post su Facebook in cui definisce la proposta “l'ennesima e pasticciata invenzione dell'ultima ora, ad usum delphini”. Contraria anche Forza Italia, che continua a preferire un proporzionale puro, e Ap, il partito di Angelino Alfano, che rischia di non raggiungere il cinque per cento dei voti necessario a superare lo sbarramento e sarebbe costretto a coalizzarsi. No anche dai Cinque Stelle che risulterebbero svantaggiati nella parte maggioritaria. Il nuovo sistema piace invece alla Lega Nord, perché la presenza di piccoli collegi uninominali favorisce i candidati più radicati a livello locale.

  

Cos'è il Rosatellum. Si tratta, in definitiva, di un Mattarellum corretto: la nuova legge elettorale dovrebbe introdurre un sistema misto, per metà maggioritario e per metà proporzionale. Nella parte proporzionale sono previste liste cortissime da due a quattro candidati e ogni partito corre da solo. Nella parte maggioritaria ci si confronta in collegi uninominali ed è prevista la possibilità di presentarsi in coalizione. I collegi dell'uninominale sono 303 per la Camera a cui vanno aggiunti quelli delle regioni a statuto speciale e l'estero. Al Senato sono 150. La soglia di sbarramento è prevista al cinque per cento. Le pluricandidature sono previste al massimo in tre collegi dove si viene eletti con metodo proporzionale e in un solo collegio uninominale maggioritario.

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