La presentazione di "un'indagine difensiva preventiva" da consegnare alla procura per accertare la verità sulla valanga di Rigopiano (foto LaPresse)

Rigopiano, che cosa non quadra

Redazione

L’ennesimo passo falso di una giustizia che cerca popolarità e non reati

Per la tragedia di Rigopiano, dove il 18 gennaio una valanga staccatasi dal monte Sella (forse in seguito allo sciame sismico che colpiva l’area in quel periodo) ha travolto un albergo causando la morte di 29 persone, la procura ha deciso di indagare per omicidio colposo sei individui, comprese autorità istituzionali come il presidente della provincia. Secondo i magistrati, visto la strada che collega Rigopiano con il fondovalle è provinciale, spettava alla provincia garantirne la percorribilità. Che questo fosse, nelle condizioni date, praticamente impossibile, pare irrilevante.

 

Si tratta, per ora, soltanto di una indagine, e si vedrà in seguito se le accuse saranno confermate da indizi e da prove congruenti. L’impressione, però, è che si sia voluto dare pubblicità a un’indagine ancora in lavorazione solo per soddisfare l’ansia dell’opinione pubblica di individuare responsabilità umane anche quando si è ancora lontani dall’accertarle. Questa tendenza delle procure a fornire risposte precipitose in situazioni particolarmente rilevanti dal punto di vista dell’attenzione mediatica non ha nulla a che fare con la funzione specifica della magistratura, che è quella di perseguire reati in base a delle prove. E’ indubbio che qualcosa non abbia funzionato a dovere in quelle giornate tragiche, ma è altrettanto indubbio che, in quelle circostanze ambientali eccezionali, era difficile e forse impossibile riuscire a fornire tutte le garanzie di sicurezza che formalmente sono attribuite alle amministrazioni. Si vedrà se si identificheranno specifiche responsabilità penali, per ora si ha solo una generica indicazione di responsabilità politica generale, che può essere sanzionata in sede politica ma non in quella giurisdizionale. Non è la prima volta, basti pensare agli incredibili processi nei confronti dei tecnici che non avevano saputo prevedere il terremoto dell’Aquila, che la ricerca di colpe umane nega l’imprevedibilità delle tragedie naturali. E’ una tendenza umana quella di cercare qualcuno cui dare la colpa, ma questo non crea una base giuridica per un’azione giudiziaria. Sistema che invece viene favorito proprio dalla pubblicizzazione di indagini in fase più che preliminare.

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