Il Consiglio di Stato dà il via libera al Tap

Maria Carla Sicilia

Dopo il blocco dei lavori dei giorni scorsi, la sentenza del Consiglio di Stato ha respinto gli appelli di Comune e Regione

Via libera al gasdotto Tap dal Consiglio di Stato. Dopo i rallentamenti dei giorni scorsi, provocati dalle opposizioni locali, la IV Sezione del  Consiglio di Stato ha respinto gli appelli proposti dal Comune di Melendugno e dalla Regione Puglia nei confronti della sentenza del Tar sul Trans Adriatic Pipeline che avevano causato il blocco dei lavori.

 

Il Consiglio di Stato ha ribadito quanto era già stato espresso dal Tar Lazio nel febbraio 2016, ovvero che la valutazione d'impatto ambientale (Via) era stata rilasciata dal ministero dell'Ambiente dopo aver vagliato tutte le possibili ipotesi di approdo e che quella di San Foca sarebbe stata la scelta migliore. Si attende adesso l’ultima parola del ministero dell'Ambiente sulla legittimità dei permessi per espiantare gli ulivi, chiesta dalla Prefettura di Lecce mercoledì scorso.

 

Una settimana fa un gruppo di ambientalisti ha bloccato l’avvio del cantiere che doveva espiantare circa 200 ulivi per poi ripiantarli una volta terminati i lavori, come prescritto dalle autorizzazioni del ministero. Alla protesta dei cittadini si è accodata la politica locale, con due ricorsi presentati dalla Regione – su un ordine del giorno del Movimento 5 stelle – e dal Comune di Melendugno, , dove approderà il tubo. Michele Emiliano, governatore della Puglia aveva dichiarato “illegittimo” lo spostamento degli ulivi prospettando il rischio di una “reazione popolare fortissima” se non fossero stati interrotti i lavori. Per placare i toni era infine intervenuto il prefetto, invitando Tap a fermare i cantieri.

 

L’opera ha già ricevuto la valutazione di impatto ambientale positiva dal ministero dell’Ambiente e fa parte delle infrastrutture strategiche individuate dall’Unione Europea. Il gasdotto servirà a portare in Europa 10 miliardi di metri cubi all’anno di gas dall’Azerbaigian, passando dalla Grecia e dall’Albania, dove i lavori sono già ad uno stadio avanzato. Salvo ulteriori blocchi causati dalle proteste locali, l’entrata in funzione del Tap è prevista nel 2020, come più volte confermato anche dai vertici di Snam, società che partecipa al Tap.

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