Il famigerato imam Mullah Krekar

Adriano Sofri
Un tribunale norvegese si è pronunciato in favore dell’estradizione in Italia del famigerato imam “Mullah Krekar”, alias Najmuddin Faraj Ahmad, 59 anni, curdo iracheno, già leader di Ansar al-Islam e capo di un gruppo internazionale sospettato di piani terroristici collegati all’Isis, Rawti Shax.

Come il Foglio ha riferito nella rassegna stampa di ieri, un tribunale norvegese si è pronunciato in favore dell’estradizione in Italia del famigerato imam “Mullah Krekar”, alias Najmuddin Faraj Ahmad, 59 anni, curdo iracheno, già leader di Ansar al-Islam e capo di un gruppo internazionale sospettato di piani terroristici collegati all’Isis, Rawti Shax. Krekar è immigrato in Norvegia nel 1991 dal Pakistan, e ha vastamente abusato dell’ospitalità proverbiale del paese per una impudente propaganda jihadista. Ha trascorso dei periodi in galera per l’abitudine a minacciare pubblicamente di morte suoi connazionali “apostati” e cittadini del paese ospite, compresa la signora primo ministro Erna Solberg. Era stato scarcerato l’ultima volta a marzo dopo un appello vinto: la giustizia norvegese aveva accolto la tesi difensiva secondo cui una minaccia di morte, in diretta televisiva, contro un curdo che avrebbe bruciato il Corano, e la fatwa che invitava a eseguirla qualunque buon credente, era semplicemente “la citazione del Corano e della Sharia che prescrivono la morte, e non una sua opinione personale, né una minaccia”.

 

Dopo la sentenza Krekar aveva annunciato di voler essere risarcito con 200 mila corone per il torto subito. Eloquenti – in ogni senso – esempi delle sue prediche possono essere seguiti su YouTube. Specialmente consigliato il video in cui l’attrice satirica Shabana Rehman solleva in braccio lo scandalizzato sant’uomo. I tentativi norvegesi di espellerlo estradandolo in Iraq sono stati frustrati dalla fondata obiezione che in Iraq si applica la pena di morte. Nel Kurdistan iracheno l’eventualità di un suo ritorno è vista come una sciagura, con l’eccezione di frange islamiste. Mesi fa un’indagine dei carabinieri italiani e dell’Eurojust, partita da Merano (e nel frattempo ridimensionata) sul reclutamento di miliziani per l’Isis e un piano di sovversione terrorista del Kurdistan iracheno, ha coinvolto Krekar e ne ha fatto chiedere l’estradizione. Che le autorità di Oslo sembrano aver preso come la molto attesa occasione per liberarsi di un farabutto che “costituisce una minaccia per la sicurezza del paese”, del resto ancora imputato in Norvegia. Il provvedimento del tribunale norvegese dev’essere ancora vagliato dalle corti superiori e confermato dal ministro della giustizia. Dopo, sarà affare dell’Italia, che processerà il Mullah Krekar, e a sua volta non potrà estradarlo dove sia in vigore la pena di morte e vi sia rischio di tortura. E non sarà un affare facile.

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