Sostiene Ciancimino

Massimo Bordin
All’inizio della ultima decade di luglio si è concluso l’interrogatorio di quello che a buon diritto si può definire il teste chiave del processo sulla cosiddetta trattativa stato-mafia.

All’inizio della ultima decade di luglio si è concluso l’interrogatorio di quello che a buon diritto si può definire il teste chiave del processo sulla cosiddetta trattativa stato-mafia, Massimo Ciancimino. La sua deposizione, scaglionata in varie udienze, ha impegnato le parti processuali e i giudici della corte di assise palermitana per un arco temporale di cinque mesi, con lunghe pause dovute al precario stato di salute del super teste. Il suo racconto resta però controverso e la sua contorta testimonianza non ha spostato di una virgola il processo a favore della tesi dell’accusa rispetto alla fase istruttoria.

 

Un solo mezzo di informazione, diciamo così, ha parlato di “tsunami Ciancimino” con un editoriale di Giorgio Bongiovanni, direttore di AntimafiaDuemila, rivista a suo tempo gratificata dal dottore Ingroia del titolo di “organo ufficioso della procura di Palermo”. Bongiovanni però è un tipo molto particolare, come vi abbiamo già raccontato. Sostiene di avere le stigmate come Padre Pio, per questo si mostra con le mani fasciate, e racconta anche di ricevere messaggi dalla Madonna attraverso una astronave che ogni tanto atterra per incontrarlo. Esperienza da lui narrata nel libro “I miei incontri con gli extraterrestri”. Forte di queste ultime battute, oggi il processo riprende dopo la pausa estiva e si avvia verso il quarto anno di dibattimento.