Ermete Realacci (foto LaPresse)

Ermete Realacci presenta un'interrogazione parlamentare per salvare Villa Nemazee

Redazione

Richiamandosi apertamente a un articolo del Foglio, il presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera si oppone alla demolizione dell'opera di Gio Ponti a Teheran

Alcune settimane fa sul Foglio Manuel Orazi ha raccontato la storica Villa Nemazee, a Teheran, progettata da Gio Ponti negli anni Sessanta e destinata ad essere demolita per far posto ad un hotel di lusso, e ha messo in guardia sulla grave perdita culturale e simbolica che l’abbattimento dell’edificio comporterebbe. Richiamandosi apertamente all'articolo del Foglio, oggi Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente e Territorio della Camera e presidente onorario di Legambiente, ha annunciato con un post su Facebook di aver presentato un’interrogazione parlamentare ai ministri degli Esteri Alfano e dei Beni Culturali Franceschini. Realacci spiega l’importanza dell’opera di Ponti e dichiara di aver sollecitato “i ministri interrogati a mostrare al Governo di Teheran e all’amministrazione cittadina, anche tramite la nostra rappresentanza diplomatica e il nostro Istituto di Cultura, la preoccupazione e l’opposizione italiana all’abbattimento di un gioiello della nostra architettura simbolo delle ottime relazioni diplomatiche, commerciali e culturali che l’Iran e l’Italia hanno avuto da sempre”.

Villa Nemazee è l’unico palazzo ancora intatto realizzato da Gio Ponti nel medio oriente. Forma un “trittico” unico di edifici privati con Planchart ville e Arreza, costruite sempre da Ponti in Venezuela, a Caracas. Villa Nemazee fu commissionata al celebre architetto italiano da Shafi Nemazee, ricco imprenditore iraniano, e venne edificata tra il1957 e il 1964 nella zona settentrionale di Teheran. Oltre all’architettura made in Italy, la villa è celebre per le decorazioni in ceramica nella corte interna ad opera dello scultore Fausto Melotti. Ricevette un vincolo come edificio di interesse nazionale e nel corso degli anni cambiò diverse proprietà, fino alla recente sentenza di un tribunale che permette agli attuali proprietari di demolire la villa. Al suo posto si progetta un albergo a cinque stelle di venti piani. La villa non ha solo un altissimo valore architettonico: simboleggia i buoni rapporti tra l’Italia e l’Iran e soprattutto, come sottolineato da Orazi, incarna lo spirito di un islam modernizzatore, laico e liberale che sa avvalersi dei migliori architetti internazionali.

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