Anis Amri, il sospetto attentatore di Berlino, ora in fuga

La polizia tedesca cerca un tunisino per l'attentato di Berlino

Redazione

Gli inquirenti hanno trovato sul camion i documenti di identità dell'assalitore, di nome Anis Amri. E' legato ai Salafiti tedeschi e gli era stato negato il diritto di asilo. Vasta operazione di ricerca del sospettato nel Nord Reno Westphalia, mentre si indaga anche su possibili complici

La polizia tedesca intensifica la ricerca dell'autista del camion che lunedì sera si è lanciato a tutta velocità contro la folla in un mercatino di Natale a Berlino, uccidendo 12 persone e ferendone una cinquantina. Le autorità oggi hanno confermato che i sospetti sono ora concentrati su un tunisino, Anis Amri, che era già finito sotto l'attenzione della polizia per i suoi legami col movimento estremista chiamato "Salafiti tedeschi". Nella cabina del camion, gli agenti hanno ritrovato i documenti di identità del ragazzo. Lo ha confermato alla stampa il ministro dell'Interno della regione Nord Reno Westphalia, Ralph Jäger. "Le agenzie di sicurezza hanno comunicato le proprie informazioni su questa persona al Centro dell'antiterrorismo nel novembre del 2016". Il ministro ha aggiunto che il tunisino viveva nel Nord Reno Westphalia, registrato nella cittadina di Cleves, prima di spostarsi a Berlino a febbraio. Il ragazzo aveva anche presentato domanda di asilo, che però era stata rifiutata. Le autorità hanno tentato di allontanarlo dalla Germania, incontrando però delle difficoltà burocratiche, dato che il tunisino non aveva con sé un valido documento di riconoscimento e la Tunisia negava che fosse suo cittadino. "Abbiamo trovato i suoi documenti solo oggi", ha spiegato il ministro. Intanto 150 poliziotti hanno perquisito il campo profughi di Emmerich, vicino al confine con l'Olanda, dove il sospetto viveva prima di trasferirsi a Berlino. Il ministro Thomas de Maiziere ha spiegato che l'operazione si iscrive in una caccia all'uomo più ampia che coinvolge l'intera Germania e che Anis Amri potrebbe essere "pericoloso" e quasi certamente coinvolto nell'attentato, sebbene non esista la certezza che "sia lui il guidatore del camion".

    

  

Gli inquirenti indagano anche sulla possibilità che non ci sia una sola persona dietro l'attentato. "Potrebbe esserci un criminale pericoloso ancora in circolazione qui in zona", ha detto il capo della polizia di Berlino, Klaus Kandt, che ha invitato la popolazione "alla massima allerta". A far propendere per un attacco pianificato da più persone è l'omicidio del guidatore polacco che aveva noleggiato il mezzo e ritrovato morto all'interno della cabina del camion. Era una persona dalla mole imponente, di oltre 100 chili per 1 metro e 90 di altezza che, a giudicare dalle ferite sul corpo, ha subito sevizie con un arma da taglio prima di essere uccisa con un colpo di arma da fuoco. E' difficile credere che a neutralizzare una persona dal fisico tanto imponente sia stat un solo uomo. Sentendo le testimonianze dei familiari dell'autista polacco e della compagnia che gli aveva affittato il mezzo, gli inquirenti ritengono molto probabile che il camion sia stato rubato proprio a Berlino.

 

Mentre la polizia indaga ufficialmente per "terrorismo" motivato "dall'estremismo islamico", ieri sera è arrivata la rivendicazione dell'attentato da parte dello Stato islamico. Il comunicato parlava di "vendetta contro i crociati tedeschi", riferendosi al contributo della Germania nella guerra al Califfato in medio oriente. Il messaggio è stato diffuso dall'agenzia di stampa con cui solitamente il Califfato rende note le sue rivendicazioni di attentati, Amaq.

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