Una delle strade che porta a Norcia (foto LaPresse)

Altre 114 scosse nella notte. La situzione delle zone colpite dal terremoto

Redazione
L'ultimo bilancio della Protezione civile parla di 20 feriti lievi e almeno 40 mila sfollati, ma secondo fonti della presidenza del Consiglio questi potrebbero salire a circa 100 mila. Renzi: "Nessuna tenda sotto la neve". Ma a Norcia i residenti preferiscono le tensostrutture – FOTO – VIDEO

Dopo la scossa di terremoto di magnitudo 6.5 sulla scala Richter, la più forte in Italia dal 1980, delle 7,41 di domenica, lo sciame sismico continua a far tremare l'Italia centrale. Nella notte sono state 114 le scosse rilevate dall'Istituto nazionale di geofisica nell'area compresa tra Rieti, Macerata, Perugia e Ascoli Piceno. La più forte, magnitudo 4.2, è stata registrata alle 4,27, in provincia di Perugia, a 11 chilometri di profondità e a soli 3 chilometri da Norcia.

 


La Basilica di San Benedetto a Norcia prima e dopo il sisma


 

Al momento l'ultimo bilancio della Protezione civile parla di 20 feriti lievi e almeno 40 mila sfollati, ma secondo fonti della presidenza del Consiglio questi potrebbero salire a circa 100 mila. I soccorritori hanno riferito che al momento sono quasi ottomila le persone assistite. In particolare: oltre 900 in Umbria, quasi 400 presso strutture alberghiere nell’area del Trasimeno e oltre 500 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale; 6.500 nelle Marche, di cui oltre 2.000 negli alberghi sulla costa adriatica e 4.000 in strutture di prima accoglienza allestite a livello comunale e le altre in strutture ricettive agibili sul territorio.

 

Ancora difficile una stima dei danni, ma nella notte il capo della protezione civile Fabrizio Curcio ha parlato di interi borghi completamente distrutti e moltissimi edifici gravemente lesionati e a rischio crollo. Incalcolabili invece i danni al patrimonio storico-artistico.

 

Intanto a Norcia molti degli sfollati hanno protestato contro il sindaco: vogliono restare vicini al paese in tensostrutture appositamente allestite piuttosto che essere "deportati" (questo il termine che hanno usato) in alberghi distanti dal proprio paese. Così le regioni colpite dal sisma provvedono ora a organizzare tendopoli per accogliere gli sfollati. "Le cose da fare sono difficili, ma chiare. Primo, mettere in sicurezza", ha detto stamattina il premier Matteo Renzi, dalla sua enews. "Ne parleremo anche oggi, nel Consiglio dei ministri straordinario che abbiamo convocato per le 17, dove saranno presenti anche i 4 presidenti di Regione, il commissario Errani e il capo della Protezione Civile Curcio", ricorda il presidente del Consiglio. "Non possiamo avere le tende per qualche mese in montagna - ribadisce Renzi - sotto la neve. Gli alberghi ci sono, per tutti. Ma molti dei nostri connazionali non vogliono lasciare quelle terre nemmeno per qualche settimana. Dunque dovremo gestire al meglio questa prima fase, l'emergenza".

 

 

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