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La comunità di Sant'Egidio contro l'Unesco. E per il rabbino di Venezia è un "atto terroristico"

Redazione
Il testo adottato dall'Organizzazione dell'Onu offende milioni di ebrei, sostiene il movimento di laici della Chiesa. Rav Scialom Bahbout: "Il nazionalismo di natura religiosa ha mietuto un'altra vittima".

La Comunità di Sant'Egidio ha comunicato di disapprovare la recente risoluzione della Commissione dell'Unesco "Programme and External Relations" sulla "tutela del patrimonio culturale della Palestina e il carattere distintivo di Gerusalemme Est". La scelta di usare esclusivamente la denominazione "Nobile Santuario", che in arabo indica la moschea di al-Aqsa, e ignorare il termine ebraico "Monte del Tempio", contraddice la vocazione dell'organismo internazionale deputato a tutelare il patrimonio culturale del mondo, denotando finalità politiche. Il testo, adottato dalla Commissione dell'Unesco, nonostante la perplessità della stessa direttrice generale, Irina Bokova, nega il legame millenario del popolo di Israele con i luoghi dove sorgeva il Tempio. In questo modo, oltre ad offendere la sensibilità religiosa di milioni di ebrei, vengono ignorati elementi storici e archeologici inconfutabili, che non mettono in discussione la santità della stessa area per i credenti delle altre religioni. Gerusalemme, il cui nome significa "Città della pace", non sia più strumentalizzata a fini politici, ma diventi luogo di incontro e coabitazione in una rinnovata ricerca della pace che passi attraverso il necessario dialogo tra cristiani, ebrei e musulmani.

 

"Il nazionalismo di natura religiosa ha mietuto un'altra vittima: il Muro del Pianto, ovvero il Muro  occidentale del Tempio di Gerusalemme, dove gli ebrei hanno pregato e continuano a pregare da migliaia di anni, molto prima che nascessero il Cristianesimo e l'Islamismo. Qui è stata messa in atto una  menzogna, e una menzogna ripetuta migliaia di volte finisce per essere accettata come vera". A lanciare il duro j'accuse è stato il rabbino capo di Venezia, Rav Scialom Bahbout che ha inviato un messaggio letto oggi al convegno del Partito popolare europeo a Venezia. "I paesi a maggioranza cristiana che si sono astenuti o hanno votato a favore della mozione dell'Unesco hanno collaborato a un atto terroristico che si propone di cancellare migliaia di anni di  storia, non un atto limitato, ma una dichiarazione che si propone di eliminare del tutto quello che è considerato il "padre" delle religioni monoteiste", stigmatizza il rabbino capo di Venezia.

 

"Penso che l'Unesco debba essere messa in stato fallimentare ed essere comunque degradata dal suo ruolo di braccio culturale e di salvaguardia del patrimonio artistico dell'umanità e che venga costituita una nuova entità che possa svolgere in maniera dignitosa questo ruolo - sottolinea Bahbout. "Tutto ciò offre un terribile e inqualificabile precedente: la possibiltà che si apra la strada a una strategia che potrebbe vedere la nascita di altre mozioni nei confronti di chiunque per eliminare fisicamente, culturalmente e spiritualmente ogni interlocutore ritenuto scomodo", avverte il rabbino. "L'attestazione della verità storica coinvolge non solo il mondo ebraico e Israele, ma anche il mondo del Cristianesimo e i cattolici tutti".