Tutti i colori del calcio uniti per salutare Sinisa

Al funerale di Mihajlovic una folla di tifosi riempie per metà piazza della Repubblica. Applausi e cori con gli amici e i colleghi di una vita, senza discriminazione di fede calcistica

Alessandro Luna

Erano più quelle della Lazio le bandiere e le sciarpe che hanno salutato per l’ultima volta Sinisa Mihajlovic questa mattina a Roma, in piazza della Repubblica. Ma erano tanti anche i simboli del Bologna, qualcuno della Sampdoria, della Fiorentina e persino della Roma, la squadra che nel 1992 portò in Italia quell’incredibile talento che aveva appena vinto la Champions League con la Stella Rossa di Belgrado e che, dopo pochi anni, sarebbe diventato bandiera e simbolo della principale squadra rivale nella capitale, la Lazio. Davanti a una folla di tifosi che riempiva per metà piazza della Repubblica sono passati gli amici e i colleghi di una vita, accolti dai forti applausi senza discriminazione di fede calcistica o squadra di appartenenza. Appassionati di calcio con la sciarpa o la bandiera della Lazio che applaudivano Totti e De Rossi mentre lasciavano la piazza seguiti dal sindaco Gualtieri, tifosi biancocelesti che chiamavano “Bruno!” mentre usciva dalla Basilica di Santa Maria degli Angeli l’ex calciatore della Roma Conti. Alla fine si sono avvicinati all’entrata della chiesa per vedere i membri della squadra e della dirigenza della Lazio, che uscivano commossi e un po’ imbarazzati dal momento, abituati a sorridere e esultare davanti a chi li chiama e costretti invece, in questa occasione, a limitarsi a qualche silenzioso cenno con capo. Poi Lotito, Baresi, Liverani, Tare, Mancini. E alla fine, mentre la piazza si svuotava, il coro “E se tira Sinisa è gol…”, quello con cui la curva della Lazio era solita sottolineare la precisione di Mihajlovic nei calci di punizione, di cui era maestro.

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