Un'edicola a New York (Getty Images)

EDITORIALI

Gli attacchi alla Stampa non sono da sottovalutare

Redazione

Solidarietà al quotidiano torinese, preso d’assalto dai No vax e dai No war

Ieri notte la sede del quotidiano torinese La Stampa è stata assalita e imbrattata da un gruppo di facinorosi, autodefinitosi No vax e No war. Non è la prima volta che queste proteste sconsiderate trascendono in atti di violenza e sopraffazione rivolti soprattutto contro la libera informazione, che è stata fondamentale per diffondere gli argomenti del buon senso, del rispetto per la scienza, dell’attenzione alla difesa dei princìpi su cui si deve basare la convivenza internazionale. Non si tratta del “pensiero unico” imposto dalle multinazionali farmaceutiche o da quelle degli armamenti, come farneticano questi irresponsabili. Si tratta al contrario di opinioni argomentate e sottoposte a verifica anche critica, che naturalmente è libera ma non può essere confusa con le aggressioni vigliacche e anonime.

La solidarietà alla Stampa, al suo direttore e ai suoi giornalisti e dipendenti è addirittura ovvia ed è giunta anche dalle principali autorità e da (quasi) tutte le forze politiche, anche quelle, come Forza Italia, nei cui confronti il giudizio della Stampa non è certo generoso. Non si tratta infatti di solidarizzare con una specifica linea editoriale, ma di difendere il ruolo centrale della libera informazione, che è, con tutti i suoi difetti, forse proprio anche grazie ai suoi difetti che esprimono differenze, un pilastro delle libertà democratiche. 

 

All’inizio di una campagna elettorale un segnale di violenta insofferenza per le opinioni è un campanello d’allarme che va considerato con attenzione: il confronto deve essere libero, magari irruente nei toni e nei giudizi, ma la dialettica politica ha bisogno di attenzione e di un clima non esasperato. Di questo sembra siano tutti convinti ed è bene che sia così, ma forse gli avvenimenti torinesi meritano un supplemento di riflessione sull’esigenza di creare un ambiente in cui si possano comprendere (e criticare) gli argomenti e le proposte senza intimidazioni vili e irresponsabili.

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