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Senza pace. Il caos nei cimiteri di Roma

Mesi di attesa e operatori esasperati. L'Ama non ha gli impianti adeguati per le cremazioni, nonostante dal 2017 una delibera preveda la costruzione di nuove strutture. I crediti cimiteriali, le responsabilità dell'amministrazione, il dolore e lo sconforto delle famiglie

Roberta Benvenuto

Un anno di attesa per una cremazione. "Mi sembra di averlo perso una seconda volta", racconta Annamaria Clabassi, la madre di un ragazzo morto trent'anni fa, che il comune ha estumulato per provvedere alla cremazione e del quale i familiari non hanno più notizia. "Spero non me l'abbiano buttato in una fossa comune. Ho chiesto di vedere la cassa ma mi è stato impedito", aggiunge la donna. Di rinvio in rinvio, ora l'appuntamento è per l'ottobre prossimo. "Una cosa indegna", dice Giovanni Barbizzi, il fratello del defunto.

 

 

Secondo Natale Di Cola, segretario CGIL Roma Lazio, ad oggi ci saranno oltre duemila bare in attesa di cremazione. "Quando parliamo di caos cimiteri la situazione è questa: il cimitero Laurentino, che serve una parte importante della città, oggi non ha campi per seppellire i cimiteri. E quelli nel cimitero di Prima Porta sono agli sgoccioli. Questo è grossomodo il 50 per cento delle richieste, per il resto si tratta di cremazioni. Un trend in crescita da anni. Ma Ama non ha gli impianti adeguati. Se dal 2017, quando la giunta Raggi ha approvato la delibera che prevedeva la costruzione di nuovi impianti, si fosse proceduto in maniera spedita oggi non avremmo questa situazione. La responsabilità è dell'amministrazione Raggi: è il comune che deve autorizzare Ama a svolgere queste attività". E poi ci sono gli operatori funebri, che non erano mai scesi in piazza prima d'ora ma adesso protestano anche loro, perché "siamo arrivati al culmine", come spiega Walter Fabozzi, impresario di una nota compagnia funebre della Capitale. "Dobbiamo portare le salme in altri impianti".

 

"La situazione così caotica non è dovuta al Covid, perché già nel 2017 l'amministrazione stessa aveva capito che il problema ci sarebbe potuto essere", dice Francesco Figliomeni di Fratelli d'Italia, vicepresidente dell'Assemblea capitolina. "In questi anni di mancate approvazioni dei bilanci dell'Ama, si sono incartati sulla questione dei 18 milioni di crediti cimiteriali. e non hanno pensato più al quotidiano". Per Valeria Campana, del comitato tutela cimiteri, è "urgente una riorganizzazione e una riqualificazione" dei camposanti romani.