Foto LaPresse

La Terra blu di Yuri Gagarin

Giovanni Battistuzzi

Il 12 aprile del 1961, sessant'anni fa, il cosmonauta sovietico si avventurò per primo al di fuori dell'atmosfera terrestre. Quando l'Urss divenne intergalattica e David Bowie venne folgorato dallo Spazio

Scherzando, ma neppure troppo, David Bowie dieci anni fa disse che l’Unione Sovietica ha dato all’uomo la possibilità di “guardare la Terra dall’alto" e "diffuso l’animalismo”. Si riferiva a Laika, la cagnolina dispersa chissà dove nello Spazio, condannata ad essere la prima forma di vita terrestre a vagare nel Cosmo. Si riferiva a Yuri Gagarin, al contrario di Laika, tornato sulla Terra dopo qualche minuto fuori dall’orbita terrestre per dire al mondo intero che “Il cielo è nero, totalmente nero, e vedo la Terra sotto di me: è blu”.

 

Era il 12 aprile del 1961, sessant’anni fa, quando Yuri Gagarin si avventurò per primo al di là dei confini del pianeta, su oltre l’atmosfera con la consapevolezza di poter non riuscire nemmeno a raccontare a nessuno tutto questo. Alla partenza gli era stato chiaramente detto che ad arrivare nello Spazio ci sarebbe riuscito di sicuro, a tornare sulla Terra quasi, vivo o morto nessuno lo poteva sapere. C’è chi disse una possibilità su cento, chi, più ottimista, una su dieci. Quella possibilità su dieci o su cento in ogni caso si realizzò e Yuri Gagarin sulla Terra ritornò da eroe intergalattico. Intergalattico come il comunismo, o almeno così si azzardò a dire la Pravda.

 

David Bowie dell’intergalatticità del comunismo probabilmente gliene fregava il giusto. Ma il ricordo di quell’uomo che per primo conquistava lo Spazio, pioniere dell’esplorazione del Cosmo, sorridente con un filo di timidezza e solitudine rimase nei suoi ricordi di adolescente sino a palesarsi in un verso, sul quale fior di critici si sono scervellati per anni in interpretazioni psicologiche: Planet Earth is blue, and there's nothing I can do.

   

     

Un'affascinazione che segnò in buona parte l'immaginario del cantautore britannico, perché "sono comunque figlio di un mondo che guardava al di là dell'atmosfera, osservava le stelle e i pianeti senza più chiedersi chissà cosa sono ma chiedendosi chissà quando li raggiungeremo".

 

Space Oddity forse non parlava di quello strano viaggio fuori dall’atmosfera di Yuri Gagarin, o forse sì. Chissà. Si lasci alla musica il suo carico di non detti, si conceda a Yuri Gagarin il blu della Terra vista dallo Spazio.

Di più su questi argomenti: