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L'eruzione dell'Etna e Catania coperta di cenere

Fontane di lava, una nuvola a offuscare il cielo di Sicilia, mentre il capoluogo della provincia viene coperto da uno strato di ceneri laviche. Oggi riapre l'aeroporto - LE FOTO

Le lingue di fuoco e la lava colorano il cielo di Catania, nella spettacolare eruzione dell'Etna ancora innevata. E poi la città che si sveglia coperta di cenere lavica. Ieri il vulcano attivo più alto d'Europa ha dato vita, per un'ora, a una fase "parossistica" dal cratere di sud-est con "fontane" di lava incandescente alte diverse centinaia di metri e una colata che si è riversata nella desertica Valle del Bove, raggiungendo quota 1.700 metri, lontana da centri abitati.

   

L'effetto più evidente anche da Taormina, Catania e dalla costa siracusana è stata la colonna eruttiva, spiega l'Ingv-Oe di Catania, "determinata dal parossismo e carica di cenere e lapilli che si è alzata di alcuni chilometri sopra la cima del vulcano e, spinta dal vento verso sud, ha causato ricadute del materiale piroclastico sui centri abitati fino a Catania e nel siracusano, a decine di chilometri di distanza dall'Etna".

 

Oggi cominceranno le pulizie delle strade e la conta dei danni a veicoli, immobili, coltivazioni e altro. La pioggia di cenere e lapilli lavici ha interessato anche l'aeroporto internazionale di Catania, che ieri si è fermato. Cinque voli sono stati o cancellati o dirottati. Ma lo scalo ha già ripreso l'attività a partire dalle 9 di oggi, dopo la bonifica della pista e dopo che l'Ingv ha abbassato l'allerta "Vona" (Volcano Observatory Notice for Aviation) per lo spazio aereo, passato dal rosso di ieri all'arancione.

    

"Questo episodio parossistico non è stato eccezionale, ce ne sono stati centinaia negli ultimi decenni, fra cui i 66 parossismi dell'anno 2000 e una cinquantina negli anni 2011-2013", dice il vulcanologo dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania, Boris Behncke. "Non è nemmeno stato il più intenso. Questa volta le fontane di lava hanno magari raggiunto 500 metri di altezza sopra il Cratere di sud-est; il 3 dicembre 2015 i getti incandescenti della Voragine hanno raggiunto fino a tremila metri di altezza". Questo tipo di attività, tra parossismo e fontana di lava, prosegue, "non ha alcun rapporto con i terremoti. Siamo sì in zona sismica, con alto rischio sismico, a prescindere, ma questa attività non c'entra con i terremoti. Il rischio sismico è quello di sempre".

  

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