Ruth Davidson (foto LaPresse)

Ruth Davidson e Angela Ryner, due politiche inglesi che hanno qualcosa da dire

Paola Peduzzi

Theresa May e Jeremy Corbyn riscuoto sempre meno consensi. E allora ecco le outsider con idee forti

Se si guardano i sondaggi sulla leadership del Regno Unito si capisce che il disamore è ormai assoluto. Non piace la premier, Theresa May, e questo è piuttosto evidente da un pezzo, ma anche Jeremy Corbyn, leader dei laburisti, non convince, la sua popolarità non è più così alta, e quando era altissima comunque non gli ha permesso di vincere le elezioni (nella primavera dell’anno scorso). In un ultimo giro di telefonate fatto dall’istituto YouGov, alla domanda “chi sarebbe il primo ministro ideale”, la risposta “non sono sicuro” ha preso più consensi sia della May sia di Corbyn. “Non sono sicuro” è quel che dicono gli innamorati che si stanno lasciando, quel che dice il fidanzato che ha già un’altra e non sa come dirlo. Con l’unica differenza che in questo Regno Unito a corto di idee e di persone un altro o un’altra non ci sono, o se ci sono restano sempre un passo indietro, perché ci ostiniamo a occuparci degli amori finiti invece che di quelli che forse possono nascere.

 

Gli altri ci sono, eccome. Eccone due, che sono due donne, e non sono lì perché ormai per lavarci la coscienza dal metoo o dalle gioventù libertine di cui fortunatamente a noi nessuno chiede conto dobbiamo per forza trovare delle donne cui dare potere e fiducia. Queste due signore hanno delle storie e delle idee, hanno forza quando parlano, hanno anche del buon senso, addirittura. La prima è una conservatrice, si chiama Ruth Davidson, è la leader dei Tory in Scozia (ha riportato i conservatori in un pezzo del Regno in cui erano scomparsi) ed è in tour con il suo memoir, “Yes she can”. Il titolo è la parte più brutta, quella bella è Ruth che oggi ha il pancione (il figlio nascerà ad aprile) e balla scatenata sotto gli occhi dei giornalisti che la intervistano, perché dice di aver trovato finalmente un’energia e una consapevolezza che non ha mai avuto, lei che ha ancora i segni dei tagli che si è fatta da sola, quando era giovane e depressa. Dice che non vuole diventare primo ministro perché ha paura che quel buio possa tornare, e anche se adesso si sente invincibile sa che le malattie mentali non passano mai, arrivano quando meno te l’aspetti e lei quell’anno che ha vissuto di notte perché aveva paura di addormentarsi e di non saper più riconoscere la realtà dagli incubi se lo ricorda ancora benissimo. Ai suoi colleghi che scalpitano per prendere il posto della May, instabili senza coscienza, dice di “tacere per un po’. Non m’importa qual è il lavoro che vorrebbero fare domani, oggi il loro lavoro è di aiutare il loro leader e di pensare al bene del paese”.

 

Tra i laburisti che sperano di andare al voto presto e sono persi nelle loro battaglie di potere c’è Angela Rayner, che è radicalissima sulla riforma dell’istruzione (è ministro ombra di Corbyn) ma è anche una donna pragmatica, che sa di che cosa parla, e non si muove soltanto per tribù. La Rayner ha 38 anni ed è nonna: suo figlio ha 22 anni ed è già padre. Quando era rimasta incinta la prima volta la Rayner aveva 16 anni, lasciò la scuola per prendersi cura del bambino e dice che quando parla di “accesso all’istruzione” non ha bisogno di guardare troppi report. Le basta ricordarsi com’era lei, che vedeva gli amici morire di overdose o nelle gare in macchina sulle strade di campagna. Ha un figlio di dieci anni, nato prematuro e rimasto quasi cieco: le hanno già detto quattro volte che morirà presto. “Vederlo che entra a scuola è per me quasi un miracolo, un’ispirazione per tutti gli altri”.

 

Non è detto che la Davidson e la Rayner avranno delle chance in futuro, né che siano leader cui affidarsi per guidare un paese. Ma le ascolti e respiri, e in questo momento ti basta.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi