Angela Merkel (foto LaPresse)

Merkel mette ordine in casa per il suo quarto mandato

Paola Peduzzi

La cancelliera dal 14 marzo guiderà un esecutivo assieme ai suoi partner recalcitranti. Meglio che gli ex restino amici

Il metodo Merkel ha dato ancora i suoi frutti, pure se molti si sono intestarditi nel dire che ormai è rimasto poco di commestibile. La cancelliera tedesca è confermata per il suo quarto mandato, dal 14 marzo guiderà un esecutivo assieme ai suoi partner recalcitranti, quei socialdemocratici che hanno fatto di tutto per lasciarla ma poi non hanno saputo resistere al suo corteggiamento. Gli ex dovrebbero sempre rimanere amici, ha scritto un giornalista del Sunday Times raccontando la stagione dei matrimoni che si apre: se non si sbatte la porta troppo forte, si potrà sempre ripresentarsi senza prendersi delle ciabatte in faccia. L’Spd ha imparato la lezione sulla propria pelle, c’è il suo ex leader Martin Schulz che piange in un angolo, un altro capo bruciato nel giro di una tornata elettorale, mentre attorno a lui si ribadisce: ci siamo perché siamo responsabili e non potevamo piantare moglie e figli in un momento come questo, ma ci faremo sentire. La Merkel, che di voci grosse ne ha udite parecchie e alle porte sbattute non fa nemmeno caso, non sente proprio il rumore, beata lei, sorride e riaccoglie, instancabile anche quando è stanca. E si prepara a quel che verrà – un nuovo governo, l’ultimo, un messaggio forte da lasciare dietro di sé – mettendo in ordine, lei che è appassionata di numeri e di simmetrie, lei che ha quell’istinto a decomporre i problemi, un pezzettino alla volta, così è più facile risolverli, una volta che sembrano più piccini, e gestibili. Ha deciso, la cancelliera, di mettere mano anche alla sua successione, dopo che nel Partito cristianodemocratico c’è stata l’ennesima tempesta nel bicchiere sul futuro, nemmeno troppo prossimo, del dopo Merkel. Le donne sono tutte lì, nel paese che ha il gap salariale uomo-donna più alto del continente, nel paese in cui il #metoo attecchisce pochissimo, nel paese che si fa guidare dalla mano salda di una signora che viene criticata perché non ha la sensibilità di una madre, non avendo figli, ed è maternissima. Le contraddizioni si risolvono così, come i problemi, un pezzetto alla volta, e la Merkel ha sia trovato una probabile delfina che le assomiglia tanto, Annegret Kramp-Karrenbauer, e sia coinvolto quei giovani che scalpitavano perché volevano iniziare a maneggiare il potere, e pensavano che la cancelliera non li avrebbe mai accolti, perché preoccupata della loro forza. Invece eccoli lì, i giovani: Jens Spahn, che da tempo critica la Merkel per la politica di apertura ai rifugiati e ancor più perché sorda alle richieste di accoglienza dei dissidenti della Cdu come lui, è diventato ministro della Salute e ha detto improvvisamente agnellino: “Siamo una squadra, alla nostra guida c’è Angela Merkel”. Anche Julia Klockner, quarantacinquenne in aria da delfina pure lei anche se espressione dell’ala più di destra dei cristianodemocratici, sarà ministra dell’Agricoltura, e aveva un sorriso grande quando il suo nome è stato annunciato. Semmai, nel momento in cui sono stati fatti i nomi, erano i volti dei fedelissimi a fare più impressione: hanno dovuto lasciar spazio ai nuovi, e secondo alcuni commentatori – quelli impietosi nei confronti della Merkel, cioè quasi tutti – la cancelliera ha usato tutta la crudeltà contro questi suoi guardiani storici per mantenere viva se stessa. Comunque faccia, la signora della Germania, ci sarà qualcuno che la criticherà, se hai ucciso il padre come ha fatto lei è difficile non immaginarla sempre un po’ assassina, ma “l’inizio della fine” è qui – che al quarto mandato suona quasi come una scemenza, più che come una previsione.

Intanto il suo metodo continua a portarla avanti, e gli ex devono seguirla, e chi sbatte la porta un pochino si pente, e quando lei si mette a chiacchierare con le sue ministre, collaboratrici, nominate, i social giubilano: che massa critica, queste donne tedesche. Lei in mezzo che canticchia di mille e più giorni che sono passati, di mille e più giorni che verranno, e “chi ci sarà dopo di te respirerà il tuo odore, pensando che sia il mio”.

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  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi