Ed Balls al programma "Strictly Come Dancing"

La nostalgia è una cosa seria, e un bicchiere di vino davanti alla tv a guardare Ed Balls un po' fa bene

Paola Peduzzi

Dopo tre mesi di balletti, scivolate, ferite in faccia, pianoforti in fiamme (sì, ha suonato un pianoforte con su un fuoco), polemiche e ironie, nel fine settimana scorso Ed Balls è stato eliminato da “Strictly Come Dancing”

La nostalgia è una cosa seria, e il Regno Unito lo sta dimostrando, sottolineando, urlando da mesi, da quando cioè si è risvegliato tutt’a un tratto fuori dall’Unione europea (cioè, con la prospettiva di andare fuori: non è ancora accaduto nulla), e non ci aveva capito nulla. La nostalgia è una cosa seria, e non ci si può distrarre, nemmeno per un attimo, nemmeno se a volte viene voglia di dire: andrà tutto bene, dentro o fuori non conta, siamo il Regno Unito!, nemmeno se ogni tanto l’Europa che si ripiega su se stessa diventa un partner insopportabile, lagnoso e confuso. Non ci si può distrarre nemmeno quando è chiara la consapevolezza che: c’è nostalgia e nostalgia. C’è la nostalgia di Jeremy Corbyn, leader del Labour, nei confronti di Fidel Castro, che – ha detto Corbyn – nonostante i suoi “flaws”, i suoi difetti, era un grande: ecco, questa non è la nostalgia che piace da queste parti, qui si guarda a nostalgie che non hanno nulla a che fare con autoritarismi, diritti violati, galere piene di dissidenti, antiamericanismo. Qui la nostalgia è andata sulle copertine dei giornali nelle ultime settimane – Tony Blair, ex premier laburista, considerato l’uomo del riscatto del liberalismo dopo le sconfitte terribili di questo pazzo 2016, Brexit e Trump soprattutto – e soprattutto ha partecipato al “Ballando sotto le stelle” versione britannica incarnandosi in Ed Balls, ex cancelliere dello Scacchiere ombra, tendenza browniana, ex antipatico-in-chief della politica inglese.

Dopo tre mesi di balletti, scivolate, ferite in faccia, pianoforti in fiamme (sì, ha suonato un pianoforte con su un fuoco), polemiche e ironie, nel fine settimana scorso Ed Balls è stato eliminato da “Strictly Come Dancing” – e così non potrà ballare la rumba che aveva in programma per la prossima puntata (ha pubblicato un minivideo di come sarebbe stata: Balls balla in cucina, ci sono i panni sporchi vicino alla lavatrice e piatti e pentole ammonticchiati ovunque, mentre lui, finalmente con una tenuta sobria, fa giravolte sulle note di “This is my life”). Lui è un po’ deluso, ma molti politici – alcuni in area nostalgia pesantissima – gli hanno dato un sostegno straordinario: David Cameron, ex premier conservatore, ha detto che senza di lui “Strictly” non sarà più la stessa cosa; George Osborne, ex cancelliere dello Scacchiere che con Balls si è scontrato spesso, ha detto: bene, bravo, ci vuole del coraggio a fare cose come queste; Sadiq Khan, attuale sindaco laburista di Londra, ha celebrato “l’energia, l’entusiasmo e la passione” di Balls “a ogni puntata”. Poi naturalmente ci sono state un po’ di tenerezze via Twitter tra Balls e la moglie, Yvette Cooper, altra laburista di peso: si sono ringraziati e congratulati l’un l’altra per queste dieci settimane di ballate.

Ora c’è chi vuole Ed Balls di nuovo in politica, lui che aveva perso il suo seggio alle elezioni del 2015 – in diretta tv, praticamente: fu molto doloroso – quando ancora la Brexit non era una realtà, e anzi non faceva affatto paura. Il Times, giornale conservatore, organizza questa sera un evento con Balls, e Matt Chorley, nella newsletter politica “Red Box”, scrive: Balls “ha fatto qualcosa di più importante di vincere: ha ricordato al pubblico che i politici sono persone umane (pure se un po’ strane), che al fondo i politici sono dei ‘performers’”, che non c’è lezione a Harvard che può competere con un banjo.
La nostalgia è una cosa seria, e pure se appigliarsi ad arnesi antichi della politica rende ancora più evidente la necessità di qualcosa – qualcuno – di nuovo, anche solo un bicchiere di vino davanti alla tv mentre si assiste alla rigenerazione di un politico resta un piccolo, bello spettacolo.

Di più su questi argomenti:
  • Paola Peduzzi
  • Scrive di politica estera, in particolare di politica europea, inglese e americana. Tiene sul Foglio una rubrica, “Cosmopolitics”, che è un esperimento: raccontare la geopolitica come se fosse una storia d'amore - corteggiamenti e separazioni, confessioni e segreti, guerra e pace. Di recente la storia d'amore di cui si è occupata con cadenza settimanale è quella con l'Europa, con la newsletter e la rubrica “EuPorn – Il lato sexy dell'Europa”. Sposata, ha due figli, Anita e Ferrante. @paolapeduzzi