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Contro mastro ciliegia

L'Ue che vuole far guidare i 17enni è la stessa che vieterà le auto tra dodici anni

Maurizio Crippa

La commissione Sicurezza stradale starebbe pensando di abbassare l’età di guida, ma solo se accompagnati, in modo da ottenere la patente appena scoccati i 18. Ma a quel punto non resterà che imparare a guidare la bicicletta di papà

Si fa presto a dire che l’Unione europea è una fabbrica del non-sense che passa il tempo a occuparsi del calibro delle zucchine, e si fa presto a passare per quelli che ritengono che l’Unione europea sia una fabbrica del non-sense che passa il tempo a occuparsi del calibro delle zucchine. Delirio chiama delirio, questo è. Del resto la Gran Bretagna ha votato la Brexit perché si erano impuntati sul calibro degli eglefini. Ma scendendo dal generale al caso particolare, ci sono cose che inducono davvero a pensare che in Europa non tutti abbiano le rotelle che girano dalla parte giusta.

 

Ad esempio la commissione per la Sicurezza stradale, animata dall’ottimo intento di “dimezzare i morti entro il 2030”, starebbe però pensando di abbassare l’età di guida: consentire a chi abbia 17 anni di iniziare a guidare auto e camion, ma solo se accompagnati, in modo di ottenere la patente appena scoccati i 18. Non solo le auto (senza i famosi doppi comandi da autoscuola), ma anche i camion. Immaginate un 17enne che fa pratica sul Tir con papà. Il progetto sarebbe già così demente, ma c’è pure questo: l’Ue che vuole far guidare i camion ai 17enni è la stessa che vieterà le auto tra dodici anni: quando i bambini che oggi ne hanno cinque potrebbero finalmente guidare. Ma papà avrà soltanto la bicicletta.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"