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Contro mastro ciliegia

Vi fareste operare da un chirurgo "no merito"?

Maurizio Crippa

All'università di Padova, l'ennesimo sciapo compitino di studentessa contro la meritocrazia tossica. Il piagnisteo consolatorio sul "bisogno umano di procedere con i propri tempi" è una falsità. Siete all'università, ragazzi

Il celebre claim che inchiodò Nixon, “comprereste un’auto usata…”, la sinistra parolaia se l’è proprio dimenticato. Ma almeno in America, quando hanno finito di parlare, pensano a Nixon: e assumono i meritevoli. Punto. Da noi, invece, tutti a elogiare l’ennesimo sciapo compitino di studentessa per l’inaugurazione dell’anno accademico. A Padova. Tema: il merito uccide e noi soffriamo tanto. “Siamo stanchi di piangere i nostri coetanei”. D’accordo, anche noi. “Sentiamo il peso di aspettative asfissianti che non tengono in considerazione il bisogno umano di procedere con i propri tempi, nei propri modi”. A dire il vero, il bisogno dell’università, e di chi dovrà attingere ai laureati, è di rispettare i tempi e passare gli esami nel modo migliore. “Ci viene insegnato che fermarsi significa deludere le aspettative”. No, significa solo che ti laurei tardi o male, fatti tuoi. Protestare per le borse di studio, gli alloggi, i dottorati ecc. è solo bene. Ma “ricordiamoci che non è una sessione o la nostra media a definire chi siamo” è una falsità consolatoria. A un’azienda che deve scegliere chi assumere invece interessa. E in sala operatoria preferiremmo sapere che il chirurgo è il migliore, e non se sia rimasto umanamente soddisfatto dai suoi studi soft. Vi fareste operare da un medico scelto per demerito?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"