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Contro mastro ciliegia

Francesco se ne va in Africa

Maurizio Crippa

Bergoglio è contento quando visita altri mondi dove i cristiani crescono e vivranno, così si lascia alle spalle un'Europa scristianizzata di cui non si sa perché dovrebbe preoccuparsi. Aveva già detto tutto il defunto Emerito. Se ne farà una ragione persino Galli della Loggia

Sommessamente ci si permette di suggerire, attingendo un po’ di realpolitik, che prima di vedere il famoso Papa africano sarebbe bello vedere un artista cattolico africano che scrive una Divina Commedia africana, o un pittore africano che dipinge una Sistina nel cuore del continente. Non per altro, ma un po’ di uso di mondo, dovendo governare con sguardo universale, serve eccome. Ma si capisce benissimo perché Papa Francesco sia felice e contento, quando invece di stare tra gli impicci di Roma può andarsene in Africa o in altri mondi, e arrivato a Kinshasa tuoni “giù le mani dall’Africa”, e chissà se pensava ai colonialisti cinesi. Perché è lì, in Africa (e anche in Cina: ricordarselo) che i cattolici oggi vivono, crescono e vivranno. Non in Europa. Nell’Europa pienamente – felicemente non si sa, ma non sono fatti nostri – scristianizzata. Ieri, un’altra volta ancora, c’era sul Corriere una papiressa di Galli della Loggia a lamentare lo sfacelo di una chiesa (cattolica) che ha smesso da tempo di occuparsi del Vecchio occidente e dei suo destini, “eppure qui e non altrove sono le radici della chiesa e della sua identità”. Il che non era verissimo nemmeno quando c’era la Christianitas cosiddetta. Bergoglio va, dell’Europa aveva già detto tutto il defunto emerito. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"