Gas, Edward Hopper, 1940

contro mastro ciliegia

Benzinai, scioperi e poesia

Maurizio Crippa

È deprimente che tre soldi di accise siano diventati un dibatto filosofico. Giusto lo sciopero dei benzinai, indetto “per porre fine a questa ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori". Una dignità d'altri tempi, come in certi quadri di Hopper

Non so niente di accise e il solo fatto che tre centesimi sulla benzina si siano trasformati in categorie critiche della ragion pura, nemmeno pratica, mi sgomenta. E poi le pompe di benzina mi hanno sempre affascinato (detto con pardon, caro Bersani), luoghi appesi al nulla come quadri di Hopper. Così sono molto favorevole, per una volta, allo sciopero indetto dai benzinai “per porre fine a questa ondata di fango contro una categoria di onesti lavoratori e cercare di ristabilire la verità”. Per una volta non gente in cerca di quattrini ma che difende la propria dignità, e si fotta chi paragona lo strike a una minaccia alla democrazia, manco fossero i camionisti contro Allende. Ci vedo delle buone ragioni – il governo fa pasticci e poi addita all’odio i presunti affamatori dell’automobilista – senza contare che, se anziché benzinai fossero stati professori o autisti del tram, invece di un cretinissimo sciopero infrasettimanale organizzavano una confortevole protesta nel weekend. Ci vedo addirittura della poesia, come in una vecchia canzone di Vecchioni: “E lui con la pompa in mano e con il tappo nel guanto / come stesse nel mondo a dar benzina soltanto / mi guardava stupito chiedendomi: quanto?”.

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"