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contro mastro ciliegia

Ma sono già scappati?

Maurizio Crippa

Intellò, vip e aspiranti tali si annunciano pronti al sacrificio dell'esilio ogni volta che vince un partito che non è il loro. Ma poi restano tutti qui, come Umberto Eco, caposcuola della fuga in poltrona, che visse felice e contento a due passi dal Cav.

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Sarà che gli intellò italiani a Chiasso non ci sono mai stati; sarà, putacaso, che Zurigo o Londra son troppo di destra. Sta di fatto che ogni volta che vince un governo che non gli piace, vip e wannabe vari si annunciano pronti all’esilio e lanciano allarmi come sulla zattera della Medusa. E sul preclaro esempio di Eco, che fu il primo a dirsi pronto al gran passo in direzione pendolo di Foucault, ma poi mai si spostò da Milano e visse felice a due passi dal Cav., ora c’è Scurati che ha scelto la stampa francese per denunciare il ritorno di M. E per un Saviano che è in periferia esistenziale da una vita, ma fa sapere che non se ne andrà, anche se “stanno già stilando una prima lista nera”, c’è sempre qualcuno pronto a un dorato esilio di parole. Tipo la Pascale. Disse: “Se dovessero vincere: sogni, speranze e bagagli pronti”; ma dovendo prima chiudere tutte le finestre che il fascistissimo ex le ha lasciato, ancora non ha fatto in tempo. C’è Renato Zero  che già sente il “regime” perché non gli hanno lasciato tutto l’albergo, e Damiano, “today is a sad day for my country”, che forse si prepara a tornare nei mondi felici, lasciando qui la porella Francesca Michielin a fare “resistenza”. Passeranno due giorni, due mesi, due anni, e alla fine saranno ancora tutti qui, a godersi sto regime di M.

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