Foto di Boris Yurchenko, via AP, via LaPresse 

Contro mastro ciliegia

Herzog incontra Gorbaciov, le illusioni del passato e Panebianco

Maurizio Crippa

Negare, oggi, che il calcio dell’asino dell’occidente abbia e di molto peggiorato il futuro (futuro di un’illusione?) è discutibile. C’era un gran tifo, in quel 1991, per Eltsin sul carrarmato

Lunedì Sky ha trasmesso Herzog incontra Gorbaciov, magnifico documentario rivelatore (Herzog è un grande cineasta ossessionato dalle verità profonde, non un fesso ossessionato dalle false verità come Stone) da cui si imparano molte cose su come andarono le cose, con qualche perché. Ad esempio, che alla fine fu solo la Germania a credere, o scommettere, provare a sostenere il disperato smontaggio della perestrojka: gli altri se n’erano già andati.

 

Ieri sul Corriere Angelo Panebianco, in uno dei suoi professorali scatti d’ira contro gli antioccidentali, confutava l’“autoflagellazione” per quel presunto “perfido e cinico abbandono che causò il suo insuccesso”. Certo, nessuno avrebbe potuto riformare, o salvare, quel passato di un’illusione, aveva ragione Furet.

 

Ma negare, oggi, che il calcio dell’asino dell’occidente abbia e di molto peggiorato il futuro (futuro di un’illusione?) è discutibile. C’era un gran tifo, in quel 1991, per Eltsin sul carrarmato. C’erano applausi golosi per gli oligarchi che iniziavano la più grande rapina al treno della storia. Quando Corvo Bianco bombardò il Parlamento, smontando il pochissimo che restava del tentativo di Gorbaciov, Clinton applaudì, lo sventurato. Herzog parla con Gorbaciov, non c’è bisogno di essere antioccidentali per capire un po’ la storia. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"