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contro mastro ciliegia

Todos liceales? Anche no

Maurizio Crippa

Carlo Calenda ha proposto: "Tutti i ragazzi di qualunque condizione sociale devono fare il liceo". Ma "todos caballeros" non fu una grande idea nemmeno ai tempi d Carlo V

Todos caballeros, se mai Carlo V l’abbia mai detta, non era una grande idea nemmeno allora. Tutti cavalieri è nessun cavaliere, e se servisse la controprova eccola: adesso persino i profeti dell’uno vale uno vogliono farsi l’alta scuola di politica, le Frattocchie dei grillini per diventare todos scienziatos della politica. Ieri eravamo troppo presi a valutare la notizia che Carlo Calenda da ragazzo fumava le canne per cogliere appieno una sua idea contestabile. Sulla scuola. Lui vorrebbe todos liceales. “Smettiamola di trascurare il sapere non funzionale”, aveva detto al Corriere. “Tutti i ragazzi di qualunque condizione sociale devono fare il liceo. Gli studi professionali e tecnici devono essere rinviati a dopo”.

Spiega: “Prima dobbiamo formare uomo e cittadino. Si imparano arte, storia, musica, cultura, cose che daranno un vantaggio competitivo dopo e, che, soprattutto, eviteranno la frustrazione che deriva dall’essere incanalati verso una professione”. A parte la spolverata di snobismo, l’idea di trasformare in liceali tutti gli studenti è una vecchia ciabatta della sinistra: una foglia di fico per far finta di avere prodotto un’uguaglianza che invece non c’è e non arriverà. Todos presi per il culos, invece. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"