contro mastro ciliegia

Un pesce di nome Draghi

Maurizio Crippa

Un esperimento fatto all’Università Ben Gurion del Negev su un pesciolino ha molto in comune con l'impeccabile silenzio del premier 

Al tempo di certe donne libere e intelligenti, che ora cert* scem* chiamano “terf”, circolava una battuta femminista e implacabile: “Una donna senza un uomo è come un pesce senza bicicletta”. Ora però la rivista Behavioural Brain Research dà notizia di un esperimento fatto all’Università Ben Gurion del Negev: un pesce, pur senza bicicletta, potrebbe guidare un’auto. Un pesciolino, debitamente istruito e incentivato, ha imparato a dirigere il suo acquario, montato su quattro ruote, spingendo silenzioso e imperterrito il muso sul vetro per indicare a un software la direzione di marcia.

Incredibile, non fosse che è un po’ quello che è riuscito a fare anche Mario Draghi, con la stessa tecnica. In un mare in tempesta, tormentato da partiti ubriachi come marinai che gli hanno aperto l’otre di Eolo sotto il naso, è riuscito a furia di testate nel muro a far procedere la baracca nella direzione giusta. Ed è già un miracolo. In più, meraviglia, lo ha fatto quasi senza parlare. Senza rispondere ai petulanti giornalisti, e ignorando in un silenzio d’oro pure la pletora ridicola dei “nostalgici dello stile comunicativo Conte-Casalino”, come li definisce inorridito Federico Geremicca sulla Stampa. Un pesce di nome Mario. Un esperimento da Nobel. 

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