(foto Ansa)

contro mastro ciliegia

Meglio Neymar o Bolsonaro?

Maurizio Crippa

In Brasile non hanno fatto giocare l'Argentina perché quattro giocatori non avevano fatto il tampone. In un mondo normale la seleçao potrebbe essere squalificata. Ma in un mondo normale il Qatar non avrebbe speso 500 milioni per esibire un "proprio" giocatore al "proprio" Mondiale. E migliaia di brasiliani non manifesterebbero oggi in favore del presidente negazionista

Non bisogna sempre buttarla in politica, col calcio. Ma certe volte viene troppo da ridere, o da ridere per non piangere. Domenica a San Paolo è andata in scena una nuova tragicommedia nella storia epica delle sfide tra Brasile e Argentina. Si giocavano le qualificazioni al Mondiale 2022, ma a squadre già in campo la locale Asl (o il locale Cts?) brasiliana ha impedito di giocare a quattro argentini, perché non avevano fatto il tampone Covid. Nel paese con la peggiore gestione mondiale della pandemia, con un presidente negazionista e 500 mila morti. La partita è stata annullata. In un mondo normale, il Brasile sarebbe squalificato e rischierebbe di saltare il Mondiale. Ma in un mondo normale, gli emiri qatarioti non avrebbero pagato 500 milioni per assicurarsi i servigi di Neymar, compresa la passerella a Qatar 2022. E soprattutto, in un mondo normale decine di migliaia di fan del presidente negazionista non avrebbero organizzato per oggi una manifestazione (che a molti sembra il primo tempo di un golpe) per inneggiare a Bolsonaro, il negazionista nel pallone.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"