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Franceschini, Peppone e don Camillo

Maurizio Crippa

A Pomponesco, nel mantovano, una storia guareschiana aggiornata: il sindaco vuole abbattere una chiesa "posticcia", il parroco vuole conservarla perché ormai è storica. Chissà cosa direbbero le famose Sovrintendenze del ministro della cultura. Meglio la chiesa o quella che c'era prima?

La provincia italiana ci regala ancora magnifiche storie piene di sugo e ginsegnamento, quando giornali locali la sanno raccontare. Laggiù nella grande pianura, nella scenografica piazza di Pomponesco nel mantovano che fece da sfondo al Novecento di Bertolucci e pure a Tinto Brass, va in scena una disputa degna di Guareschi. C’è una chiesa con una facciata invero un po’ vistosa, quasi come la Miranda di Brass, i nemici dicono proprio “posticcia”. E’ la chiesa dei Santi Sette Fratelli Martiri. E c’è un sindaco col baffo d’ordinanza, Giuseppe Baruffaldi, geometra ed ex presidente della Pro Loco, che coltiva da un ventennio il sogno di abbatterla, quella facciata. “Non è in armonia con la piazza”, e poi è stata edificata nel 1921 snaturando la precedente chiesa del Cinquecento. Basta, è ora di ripristinare. Ma don Davide Barili, ovvio, non ci sta: la facciata ormai è lì da cento anni, è storia, fa parte del paese. Sarebbe bello che adesso il caso andasse in mano alle Sovrintendenze di Franceschini, quelle del paesaggio da tutelare e non spostate manco i sassoi Direbbero che va tutelato l’abuso quasi nuovo di cento anni fa, o distrutto un manufatto  storico, per dar ragione a un sindaco che la pensa come Tomaso Montanari? Chissà. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"