contro mastro ciliegia
Verità per Lodi
"Il fatto non sussiste". Cosi sono finiti cinque anni di ingiusto inferno giudiziario e di gogna mediatico populista (vero Giggino di Maio?) per l'ex sinsaco di Lodi, Simone Uggetti. Forse è ora di cambiarlo davvero, un certo modo di fare magistratura
E’ scoppiato in lacrime, si sciolto in un abbraccio appena ascoltata la sentenza. Perché cinque anni di inferno giudiziario che non doveva nemmeno iniziare, cinque anni esatti da maggio 2016 di arresto e domiciliari, di gogna mediatica, di sospetti e indagini sul niente e una condanna ora spazzata via non sono un nonnulla. Se sei innocente. Ieri è stato assolto in Appello, con la formula in assoluto più ricorrente nei processi per presunta corruzione politica: perché “il fatto non sussiste”. L’ex sindaco di Lodi, Simone Uggetti. Avevano mandato la Guardia di finanza a prenderlo, l’avevano rinchiuso chissà mai che prove potesse occultare, o dove fuggire, in una storia apparsa subito ridicola, l’asta per la gestione estiva di due piscine all’aperto, che avrebbe turbato. Per una cifra così inesistente che persino il comune s’era rifiutato di chiedere il risarcimento. Ma il circo mediatico c’è stato, falso e accanito. Era venuto persino Giggino Di Maio a berciare onestà-tà-tà sulla piazza di Lodi. Avevano provato a montare la panna, chissà mai che qualche schizzo di inchiesta potesse arrivare al suo predecessore, stesso partito, a Lorenzo Guerini. Il fatto non sussiste, la gogna non sussiste. Un certo modo di fare magistratura invece sussiste, sarebbe ora di cambiarlo.
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